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Malato Sla, ho pianto per Fabo ma io voglio vivere

"Diamo la libertà decisionale contro uno Stato silente"

Pasquale Centrone con Ron per l'iniziativa il 'Pranzo possibile' (immagine da Facebook)

Redazione Ansa

di Titti Santamato

"Ho pianto molto per Dj Fabo e virtualmente l'ho tenuto per mano. Io ho le sue stesse problematiche e i miei momenti di sconforto ma voglio vivere. Lasciatemi la mia vita, ciò che sento e provo. A me importa anche così": é la testimonianza di Pasquale Centrone, 55 anni, malato di Sla da nove anni, pilastro della ristorazione pugliese. La sua è una storia di caduta e rinascita. Dopo la diagnosi della malattia è stato costretto sulla sedia a rotelle e l'unico modo per interagire con gli altri è un comunicatore oculare. Ma non ha mollato lo storico ristorante avviato cinquant'anni fa dalla sua famiglia a Polignano a Mare, in provincia di Bari. E' presente ogni giorno e si occupa anche della carta dei vini.

"Io ho le stesse problematiche di Dj Fabo - scrive all'ANSA - sono paralizzato, con tracheostomia, aiutato da un ventilatore a respirare, alimentato da un sondino in pancia. Ma vedo, non ho perso la vista come lui. Mi sono chiesto cosa avrei fatto al posto suo. Non ho trovato una risposta, ho solo compreso e pianto. Se ha scelto così é giusto e sacrosanto che l'abbia fatto", osserva Pasquale che aggiunge, non senza una nota polemica: "Diamo la libertà decisionale senza complicità politiche contro uno Stato assente. Elemosiniamo risorse per le auto insufficienze che puntualmente ci vengono rifiutate per destinare fondi alle banche in crisi. La legge si deve fare". "Combattente", così lo chiamano i suoi amici su Facebook, dove Pasquale è molto vivace: posta ogni giorno pensieri e riflessioni su tutto, dalla malattia all'amore, dalla cucina alla politica.

"Io vivo anche di piccole cose, mi emoziono di piccoli gesti, seppur tra mille difficoltà vivo bene e non intendo farla finita. A me importa anche così, vivere e continuare a far vivere chi mi é vicino o lontano. Amo e voglio vivere", scrive con i suoi "occhi troppo veloci a scrivere", così li chiama lui. Ad un certo punto della malattia l'attività del ristorante di Pasquale ne ha risentito, tanto che nel 2015 ha dovuto chiudere per qualche mese. L'unico a non perdersi d'animo è stato proprio lui: ha riunito la famiglia, cognato e sorelle, chef e maitre ed è ripartito. Una bella rivincita sulla malattia, grazie all'amore per il proprio lavoro e la cucina. Ed ha iniziato a raccogliere fondi per la Sla organizzando il 'Pranzo possibile', dove una brigata di chef stellati cucina per beneficienza. A supportare l'iniziativa il cantante Ron che anche all'ultimo festival di Sanremo non ha mancato di lanciare un messaggio in favore della ricerca per la Sla.

"Il mio non essere più in forma fisicamente. Il mio non essere più indipendente. É questa la mia nuova forza", ha scritto Pasquale su Facebook. A dargli forza anche il bel mare di Polignano, terra di Domenico Modugno, a due passi dal ristorante e le bevande energetiche che gli ha preparato fino a poco fa mamma Tonetta, 92 anni: frullati di pesce, verdure e fibre. "Il suo pensiero fisso è guarire - dice il cognato Vito Mancini -. Il prossimo obiettivo è la pubblicazione di un libro di sue poesie".

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