ROMA - Il 40% dei casi di tumore (146mila diagnosi ogni anno in Italia) potrebbe essere evitato grazie agli stili di vita sani, all'applicazione delle normative per il controllo dei cancerogeni ambientali e all'implementazione degli screening: in Italia, però, per la prevenzione si spendono 5 miliardi di euro (2014), pari a solo il 4,22% della spesa sanitaria totale. Il tetto programmato stabilito nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) è invece del 5%.
Un euro investito in prevenzione, sottolineano gli oncologi, genera infatti un risparmio nelle cure mediche pari a 2,9 euro. "Nel nostro Paese sono stati registrati 365.800 nuovi casi di tumore - afferma Carmine Pinto, presidente nazionale AIOM -. I nostri obiettivi vanno in quattro direzioni: diminuzione dell'incidenza e della mortalità per cancro, miglioramento della qualità di vita dei pazienti e istituzione delle reti oncologiche regionali che oggi sono completamente attive solo in Piemonte, Lombardia, Toscana, Umbria, Veneto e nella Provincia Autonoma di Trento.
Le reti rappresentano il modello per garantire infatti in tutto il Paese l'accesso a diagnosi e cure appropriate, per razionalizzare risorse e per arginare il fenomeno preoccupante delle migrazioni sanitarie: ogni anno infatti quasi un milione di italiani colpiti dal cancro è costretto a cambiare Regione per curarsi". Per questo, spiega, "servono un programma ed una regia unitaria, elemento cardine del 'Patto contro il cancro' fra clinici e Istituzioni". Il cancro rappresenta la patologia cronica su cui le campagne di prevenzione mostrano i maggiori benefici ma, avverte Pinto, "serve più impegno in questa direzione"