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Chirurgia: arriva eliminazione sprint fistole sacro-coccigee

Al San Camillo di Roma, interessa 25mila casi all'anno

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 16 NOV - In Italia arriva una terapia miniinvasiva per il trattamento delle cisti e delle fistole sacro- coccigee, un problema che in Italia registra circa 25.000 nuovi casi ogni anno ed è determinato dalla penetrazione dei peli nel sottocutaneo. I peli, che sono dei "corpi estranei", inducono una infezione che può anche dare sintomi importanti come dolore vivace e febbre elevata. Si chiama anni (MITSPE- Minimally Invasive Total Subcutaneous Excision) Prima che venissero lanciati questi trattamenti mini invasivi, la tecnica tradizionale costringeva i pazienti (perlopiù giovani) ad un lungo e doloroso postoperatorio con inabilità di molti giorni: le ferite, infatti, guarivano in tempi molto lunghi che arrivavano fino a 90 giorni, ed anche la convalescenza presentava problematiche con medicazioni frequenti e dolorose. Inoltre, la percentuale di recidività era alta, attestandosi sul 25/30%.
    La nuova tecnica, elaborata nel corso di 10 anni, permette ai pazienti di poter tornare alle proprie attività il giorno successivo all'intervento, e si esegue in regime ambulatoriale.
    Utilizzando piccoli strumenti del diametro di 8 millimetri si accede alla cavità infetta e, con particolari manovre, viene asportato tutto il tessuto interessato dalla malattia con il suo contenuto. L'intervento dura mediamente 15 minuti, e viene eseguito in anestesia locale.
    "L'asportazione di tutto il tessuto interessato da ragione dell'alta percentuale di successi, circa il 97%, mentre le altre tecniche mini invasive non hanno la capacità di asportare completamente la fistola", spiega il dottor Angelo Di Castro, direttore dell'Unità di chirurgia del trauma del San Camillo di Roma. "Il paziente viene inviato a domicilio dopo 15 minuti dall'intervento; di solito non necessita di terapia antalgica e già dal giorno successivo all'intervento può riprendere la sua vira normale. L'intervento, peraltro, è indolore e con alcuni artifici tecnici siamo riusciti a ridurre la percentuale di ricomparsa della malattia al 2.7%".
    "La tecnica MITSPE - sostiene il chirurgo romano - è stata validata da numerose pubblicazioni scientifiche internazionali e già ampiamente conosciuta in Italia e rappresenta una vera rivoluzione. Possiamo dire rappresenta il 'gold standard' nel trattamento della malattia pilonidale, la cui incidenza è abbastanza alta". Di Castro ha perfezionato la sua tecnica prendendo spunto da un chirurgo Israeliano che, spinto dalla necessità di ridurre i tempi di convalescenza dei giovani militari affetti da fistola pilonidale, aveva escogitato una tecnica mini invasiva che permettesse il rapido reintegro dei militari nelle loro unità operative.
    "Questa tecnica - dice ancora Di Castro - è provata e riprovata, ed è ormai sicura al cento per cento. Tempi brevissimi di recupero, un impatto minimo sul corpo del paziente, una recidività dimezzata e l'azzeramento del dolore sono le chiavi di una terapia destinata a segnare un cambiamento. Le tecniche precedenti - racconta il chirurgo del San Camillo - la superficie cruentata, cioè asportata, poteva essere tra i dieci e i quindici centimetri quadrati. Oggi grazie alla nuova procedura di intervento bastano due o tre forellini da quattro millimetri". (ANSA).
   

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