Dei centomila morti per Covid-19 in Italia circa il 16% sono persone con una storia di tumore. Di fronte all'inizio della terza ondata questi pazienti, se colpiti dal virus, rischiano di più a livello di complicanze gravi e ospedalizzazione. Per questo sono state inseriti, secondo le raccomandazioni ministeriali, tra le categorie da vaccinare con priorità nella seconda fase del piano vaccinale. "Il vaccino è l'arma fondamentale per prevenire le criticità", è la riflessione emersa in un webinar organizzato da Ropi, la Rete Oncologica Pazienti Italia, con la disponibilità della Lilt a collaborare per effettuare tamponi e vaccinazioni nei suoi centri.
L'intento - spiega una nota - è superare le diversità sul piano pratico che ancora ci sono a livello regionale nell'erogazione dei vaccini a questi pazienti. "Ai pazienti onco-ematologici in trattamento con farmaci immunosoppressivi o mielosoppressivi, o che hanno sospeso i trattamenti da meno di sei mesi, le raccomandazioni aggiornate al 10 marzo hanno inserito in categoria 1 anche quelli con tumori maligni in fase avanzata non in remissione", ha spiegato Stefania Gori, presidente Ropi. "Come Lilt - rileva il presidente Nazionale Francesco Schittulli - abbiamo dichiarato la nostra disponibilità per l'esecuzione dei tamponi, abbiamo avuto modo di poter vaccinare le persone che frequentavano i nostri ambulatori, 397 su tutto il territorio nazionale, e abbiamo anche offerto la nostra disponibilità, se necessario a poter eseguire le vaccinazioni con il personale medico".
"Credo che sul tema dei vaccini - sottolinea nel webinar il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri - la confusione sia nata sin dall'inizio, con l'autorizzazione del vaccino AstraZeneca con limiti di età (55 anni, poi 65 anni) e con l'indicazione per tutti coloro che non avevano malattie. Oggi il superamento del limite di età e della condizione clinica garantisce una migliore e più adeguata distribuzione dei vaccini per età e classe di malattia". "Adesso stanno iniziando le vaccinazioni nelle persone estremamente vulnerabili, tra cui i pazienti oncologici. Tutto sarà legato a quanti vaccini arriveranno", spiega Luca Richeldi, Direttore UOC Pneumologia, Fondazione Gemelli e componente del Comitato Tecnico Scientifico del ministero della Salute.
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