Anche i primi dati che arrivano dagli Stati Uniti non aiutano a chiarire le origini delle epatiti che stanno colpendo i bambini. Sul bollettino dei Centers for Disease Control and Prevention è stato pubblicato il rapporto relativo ai primi casi di epatiti anomale segnalati in Alabama tra ottobre e febbraio: 9 bambini in tutto, due dei quali hanno avuto bisogno di un trapianto di fegato. Al momento, tutti sono guariti o sono in fase di guarigione. In tutti è stato riscontrata un'infezione da adenovirus, ma non è chiaro il ruolo di questo agente patogeno-
I dati contenuti nel report mostrano che, dei 9 bambini che hanno contratto l'epatite da cause ancora sconosciute, 5 avevano meno di 2 anni, 1 aveva tra i 3 e i 4 anni, 3 avevano tra i 5 o 6 anni. Provenivano da aree diverse dello Stato né esisteva alcun legame epidemiologico tra loro. I sintomi più frequenti sono stati vomito, diarrea e febbre.
I test effettuati hanno confermato la presenza nel sangue di tutti i bambini di adenovirus, nei 5 bambini in cui sono stati fatti approfondimenti, è stato rilevato che si trattava dell'adenovirus di tipo 41, che è noto per poter essere responsabile, in rari casi e in bambini immunocompromessi, di epatiti. La gran parte dei bambini, tuttavia, presentava anche infezioni concomitanti da altri agenti: in 6 casi su 9 è stata riscontrata una riattivazione di una precedente infezione da virus di Epstein-Barr, in 4 infezioni da altri virus come Enterovirus o Rhinovirus. Nessuno di loro aveva un'infezione da SarsCov2 attiva al momento del ricovero.
Inoltre, nessuno dei 9 bambini aveva una storia nota di Covid-19. Il dato, tuttavia, è ancora oggetto di verifica: potrebbe trattarsi di casi asintomatici o pauci-sintomatici sfuggiti ai genitori. Proprio la scorsa settimana, infatti, uno studio condotto dai Cdc stimava che circa il 75% degli under-17 americani aveva contratto un'infezione da SarsCoV2.