Sole, brezza, nuoto: il mare non è solo relax, ma una vera e propria medicina. "Una terapia con precisi benefici per il corpo e per la mente, con molte indicazioni e persino alcune (rare) controindicazioni", dice il professore Luca Revelli, chirurgo endocrino e vascolare al Policlinico Gemelli di Roma e Direttore del Master di Medicina del Mare, intervenuto a Porto Rafael, in Sardegna, per la rassegna Vele Spiegate, a una iniziativa alla quale hanno partecipato anche Sara Farnetti, esperta di alimentazione funzionale medica, e Alberto Luca Recchi, esploratore del mare. Tuttavia anche la talassoterapia ha le sue regole: non a tutti, ad esempio, fanno bene le stesse spiagge. "Ad ognuno il suo mare - spiega Revelli -, il clima marino, a seconda delle zone, sembra avere effetti diversi: ad esempio, quello della Sardegna e della Corsica, spesso esuberante e impetuoso, sarebbe genericamente 'stimolante'; quello dell'alto Adriatico, calmo, tranquillo, rilassante, sarebbe decisamente 'sedativo' ". In declino lungo la stagione della pandemia, le terapie del mare stanno rifiorendo e aumentano i centri di cura sulle spiagge di tutto il mondo, dove alle terapie con l'acqua (idroterapia e balneoterapia) si uniscono quelle che sfruttano le virtù di clima (climatoterapia), luce (elioterapia), sabbia (psammoterapia), risorse del mare (alghe e fanghi) e del relax.
"Un mare di benessere", sottolinea Revelli, che aggiunge: "Mare, sole e luce promuovono innanzitutto stili di vita positivi, all'aria aperta, favorendo un'alimentazione più sana e contenuta; stimolano anche al movimento, alle attività sportive e alle relazioni sociali. L'ambiente marino, inoltre, condiziona il tono dell'umore, migliorando le sindromi depressive: uno dei trattamenti più recenti per questo tipo di problema consiste proprio in una 'terapia della luce', regolata su ritmi biologici elaborati sul singolo paziente".
Una vacanza al mare è particolarmente indicata per chi ha bisogno di fare un pieno di vitamina D e iodio. "Quasi il 50% degli adulti italiani - sottolinea Revelli - ha bassi valori di vitamina D nel sangue. Questo vuol dire rischio aumentato di osteopenia, osteoporosi e di fratture patologiche, in seguito a traumi minimi, soprattutto in età avanzata. Sono i raggi del sole a stimolare la produzione di vitamina D, in grado di far fissare il calcio alle ossa e di stimolare l'ormone dell'accrescimento, fondamentale per bambini e ragazzi, ma anche per la buona salute di pelle, ossa e capelli degli adulti. Per fare il pieno di vitamina D basterebbero 20 minuti al giorno di esposizione solare, magari negli orari meno caldi. Il mare ancora, fa bene alla tiroide. Negli abissi si concentra un elemento fondamentale per il nostro organismo: lo iodio. Ė il mattone principale per la costruzione degli ormoni della tiroide. Se manca, la tiroide soffre e reagisce aumentando di dimensioni e formando il gozzo e noduli (gozzo multinodulare).
Di iodio sono ricche tutte le proteine del mare: quelle di pesci, molluschi, crostacei e alghe. Al mare è più facile che si mangi pescato fresco oppure prodotti locali (ortaggi, frutta, e verdura) coltivati su terreni costieri ricchi proprio di iodio".
Il mare fa bene anche a persone con altre patologie. "A beneficiare dell'aria di mare, che contiene elevate concentrazioni di sali minerali come cloruro di sodio e di magnesio, iodio, calcio, potassio, bromo e silicio - dice Revelli - sono persone con problemi respiratori e sindromi allergiche. L'aerosol marino stimola anche il metabolismo, tonifica la circolazione del sangue e potenzia il sistema immunitario. Le camminate in acqua migliorano il ritorno venoso e linfatico. La pressione e la temperatura dell'acqua (generalmente più bassa di quella dell'aria) e il moto ondoso stimolano la circolazione. Per le gambe gonfie è particolarmente indicata una passeggiata lenta con l'acqua fino alle ginocchia.
Il nuoto, attività completa per antonomasia - aggiunge - rilassa i muscoli e può risolvere contratture, liberando articolazioni arrugginite da artrite e artrosi. Per non parlare della attività subacquee - conclude Revelli, egli stesso esperto istruttore - ancora più complete del nuoto: si stima che in un'immersione con bombole di media durata si brucerebbero quasi mille calorie".