(ANSA) - ROMA, 22 AGO - Il sale in cucina aumenta la
pressione sanguigna in alcune persone, esponendole a un rischio
maggiore di malattie cardiovascolari e morte.
Un team di ricerca guidato dalla Vanderbilt University, in uno
studio i cui risultati sono stati pubblicati su Circulation
Research, ha ora scoperto che l'attivazione dell'inflammasoma
NLRP3, un complesso proteico coinvolto nella risposta
infiammatoria, in alcune cellule immunitarie contribuisce
all'ipertensione sensibile al sale.
Circa il 50% delle persone ipertese ha aumento importante della
pressione sanguigna dopo aver consumato un pasto salato, così
come il 25% delle persone con pressione sanguigna normale,
secondo Annet Kirabo, professore associato di medicina e autrice
senior dello studio. "L'aumento della pressione sanguigna in
risposta al sale - spiega Kirabo - può essere abbastanza
significativo da causare infarto, ictus e persino morte cardiaca
improvvisa, eppure non è diagnosticato e non viene curato. È un
killer silenzioso". La ricerca ha evidenziato che l'inflammasoma
NLRP3 in un sottotipo specifico di cellule immunitarie cambiava
dinamicamente nelle persone sensibili al sale. Con i dati di
volontari umani in mano, i ricercatori si sono rivolti a modelli
murini per studiare il meccanismo.
L'inibizione o la rimozione dell'inflammasoma ha eliminato la
sensibilità al sale della pressione sanguigna e la sua aggiunta
ha ripristinato invece la sensibilità. La comprensione di
questo processo potrebbe rendere possibile sviluppare in futuro
un esame del sangue per la sensibilità al sale correlata alla
pressione sanguigna.
"Potremmo considerare il meccanismo legato all'inflammasoma come
un potenziale biomarcatore per scoprire se un paziente, con o
senza ipertensione, è sensibile al sale o meno - conclude Ashley
Pitzer, un'altra dlele autrici dello studio - ciò potrebbe
fornire ai medici un altro strumento per ridurre i rischi
cardiovascolari dei propri pazienti". (ANSA).
Ecco come il sale fa aumentare la pressione
Colpa di un complesso proteico coinvolto nell'infiammazione