L'85% delle persone con demenza rischia di non ricevere le cure adeguate dopo la diagnosi.
Emerge dal Rapporto Mondiale Alzheimer 2022 diffuso in occasione della Giornata Mondiale dalla Federazione Alzheimer Italia, rappresentante per il nostro Paese di ADI - Alzheimer's Disease International.
Il Rapporto, redatto in collaborazione con la McGill University di Montreal in Canada, si concentra dunque sulla necessità di potenziare e rendere accessibili tutti quei servizi essenziali di trattamento, cura e supporto in grado di migliorare la qualità della vita delle persone con demenza, compresi i trattamenti farmacologici e non farmacologici, il caregiving, il supporto per le attività della vita quotidiana, l'assistenza domiciliare e tutte quelle attività di inclusione sociale.
"La diagnosi di demenza è, per chi la riceve e la sua famiglia, un momento estremamente drammatico, ma è fondamentale dire che la vita non finisce con quella diagnosi e non è la malattia a definire la persona anzi, è proprio da quel momento che deve necessariamente iniziare un percorso di cura e inclusione", sottolinea Gabriella Porro, presidente di Federazione Alzheimer Italia.
In Italia si stima che attualmente siano 1.487.368 le persone con demenza, un numero destinato ad aumentare del 56% entro il 2050, quando saranno 2.316.951. Per far fronte a questa emergenza nel nostro Paese, la Federazione Alzheimer Italia sottolinea la necessità di interventi urgenti e concreti, a partire dallo sviluppo di Piani regionali sulle demenze. Un altro intervento necessario è l'attivazione di PDTA (Percorsi Diagnostici Terapeutici Assistenziali) con indicazioni chiare e uniformi.
"Quando una persona riceve la diagnosi di tumore non viene messo in dubbio che abbia bisogno di cure, allo stesso modo perché spesso non vengono offerte cure adeguate alle persone che ricevono una diagnosi di demenza?" afferma Paola Barbarino, CEO di ADI.
Alzheimer: 85% malati rischia di non ricevere cure
Rapporto Mondiale. In Italia quasi un milione e mezzo pazienti