(ANSA) - ROMA, 16 NOV - Nonostante i casi di incidenza
siano 40.000 l'anno e i morti 7.
Nel corso del convegno è stato illustrato il progetto di
screening nazionale sulla familiarità del tumore prostatico,
promosso dalla Fondazione, Fnomceo e Agenas con il supporto di
Netmedica. L'ereditabilità di questa patologia, infatti, è
stimata intorno al 58%, ma solo un italiano su tre ne è a
conoscenza. Dallo studio, effettuato su un campione di uomini
tra i 50 e i 70 anni, è emerso anche che la maggior parte non
ritiene importante condurre uno stile di vita sana. Soltanto il
23%, infatti, dice di avere un'alimentazione controllata e di
effettuare attività fisica.
"Il tumore della prostata colpisce ogni anno circa 40.000
uomini e ne uccide 7.000. Il dato più importante è che gli
uomini con un padre o un fratello che hanno avuto un tumore alla
prostata corrono un rischio doppio di ammalarsi anche loro - ha
spiegato Vincenzo Mirone, Presidente di Fondazione PRO Onlus -
Il rischio però aumenta con l'aumentare del numero dei parenti
malati. Per chi ha avuto un padre e un fratello malati, o due
fratelli, le probabilità di ricevere la temuta diagnosi salgono
al 55% a 75 anni. Non basta chiamare in causa una generica
familiarità per ipotizzare un generico rischio: bisogna tenere
in considerazione l'età, la diagnosi e il numero di parenti che
hanno avuto un tumore alla prostata". Il progetto - illustrato
nel corso del convegno da Paolo Misericordia della Direzione
Scientifica Net Medica Italia, Rino Moraglia della Direzione
Strategica Net Medica Italia e dal Professor Vincenzo Mirone,
Presidente di Fondazione PRO Onlus - ha come scopo la
valutazione delle caratteristiche di uno screening familiare del
tumore prostatico. Con lo studio che sottolinea come
"prevenzione e consapevolezza della familiarità di questo tipo
di cancro giochino un ruolo fondamentale per giungere a una
diagnosi precoce". (ANSA).
Tumore prostata:solo 6% uomini ha fatto screening oncologico
Studio, ereditarietà patologia è stimata intorno al 58%