Ricorre oggi il ventennale della morte di Carlo Urbani, il medico marchigiano in servizio all'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) che fu tra i primi a rendersi conto della comparsa del virus della Sars nel 2003 e morì a causa dell'infezione nello sforzo di contenerne la diffusione. L'Organizzazione Mondiale della Sanità oggi lo commemora sul proprio sito, ricordando il suo impegno. "Alla fine di febbraio 2003, a Carlo è stato chiesto di visitare il primo malato di Sars identificato in Vietnam, che era stato ricoverato all'ospedale francese di Hanoi", ricostruisce l'Oms.
"Lì, riconobbe immediatamente la potenziale minaccia rappresentata dall'infezione respiratoria altamente trasmissibile, letale e all'epoca sconosciuta. Di conseguenza, ha lavorato instancabilmente per convincere le autorità sanitarie locali della necessità di adottare misure di sicurezza eccezionali, tra cui l'isolamento dei casi sospetti, l'uso di misure protettive da parte del personale medico, lo screening dei viaggiatori e la limitazione dei viaggi internazionali", prosegue l'Oms. Fu anche grazie a queste misure, successivamente estese ai Paesi limitrofi che fu l'epidemia fu arginata.
"Carlo Urbani incarnava gli ideali del servizio pubblico. I suoi precoci e appassionati avvertimenti sulla Sars hanno salvato innumerevoli vite ed è giusto che riconosciamo e ricordiamo il suo sacrificio, così come è giusto che mostriamo gratitudine e rispetto per il coraggio e l'impegno di tutti gli operatori della sanità pubblica che rischiano la propria vita per il bene della nostra famiglia mondiale", ha affermato Ibrahima Socé Fall, a capo del Global Programme for Neglected Tropical Diseases dell'Oms.
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