(ANSA) - ROMA, 04 MAG - Nella notte tra il 29 e il 30
aprile, è stato effettuato presso il Policlinico Gemelli Irccs
un trapianto di fegato da donatore a cuore non battente. È la
prima volta per il Gemelli e la seconda volta che questo accade
nel Lazio.
Nel caso del donatore a cuore battente, anche se il soggetto è
deceduto (come dimostra l'accertamento della 'morte cerebrale'),
il cuore e i polmoni continuano a far circolare sangue
ossigenato a tutti gli organi, che sono dunque vitali. Nel
donatore a cuore fermo invece, la morte avviene per arresto
cardiaco e, a seguito di questo, il potenziale donatore viene
sottoposto ancora per 20 minuti a monitoraggio
dell'elettrocardiogramma (o 'tanatogramma', come prevede la
legge per la constatazione della 'morte cardiaca'). "Al termine
- prosegue il professor Agnes - viene posizionato un macchinario
che consente di far ricircolare sangue ossigenato negli organi
interessati alla donazione. Successivamente si procede al
prelievo e al trattamento dei singoli organi all'interno di una
macchina di perfusione. L'elemento di complessità aggiuntiva
legato alla donazione a cuore non battente - conclude Agnes -
deriva dal fatto che gli organi non sono più perfusi da sangue
ossigenato. Per questo è necessario procedere con l'Ecmo (una
pompa ossigenatrice, simile a quelle che si usano nella
circolazione extracorporea degli interventi cardiochirurgici)
per due-tre ore e, dopo il prelievo degli organi, ad una sorta
di trattamento di rivitalizzazione aggiuntivo". Gli organi che
possono essere prelevati sono principalmente fegato e reni.
(ANSA).
Al Gemelli trapianto di fegato da donatore a cuore non battente
E' la prima volta per l'ospedale, la seconda nel Lazio