(ANSA) - ROMA, 06 LUG - Meno della metà dei nuovi farmaci
approvati dalle agenzie regolatorie aggiunge un valore
terapeutico sostanziale rispetto ai trattamenti esistenti: lo
rivela un lavoro dell'Università di Zurigo pubblicato sul
British Medical Journal. I pazienti hanno bisogno di trattamenti
migliori, non solo di altri uguali a quelli già in uso, sostiene
l'autore del lavoro Kerstin Vokinger.
Hanno utilizzato i dati pubblicamente disponibili per
identificare 124 prime indicazioni e 335 indicazioni
supplementari approvate dalla Food and Drug Administration (FDA)
statunitense e 88 prime indicazioni e 215 indicazioni
supplementari approvate dall'Agenzia europea per i medicinali
(EMA) tra gennaio 2011 e dicembre 2020. Negli Stati Uniti, il
48% dei farmaci aveva una sola indicazione supplementare, il 20%
ne aveva due, il 14% ne aveva tre e il 18% ne aveva quattro o
più. In Europa, il 48% dei farmaci aveva un'indicazione
supplementare, il 23% due, il 13% tre e il 17% quattro o più. La
maggior parte (58%) delle indicazioni approvate dalla FDA e
dall'EMA riguardava farmaci antitumorali. Le valutazioni
terapeutiche degli organismi di valutazione delle tecnologie
sanitarie (Health Technology Assessment - HTA) francesi e
tedeschi erano disponibili per 107 (86%) prime indicazioni e 179
(53%) indicazioni supplementari negli Stati Uniti e per 87 (99%)
prime indicazioni e 184 (86%) indicazioni supplementari in
Europa. Tra le indicazioni approvate dalla FDA con valutazioni
disponibili, il 41% (meno della metà, 44 su 107) aveva
valutazioni di alto valore terapeutico per le prime indicazioni,
e il 34% (61 su 179) per quelle supplementari. In Europa, il 47%
(41 su 87) delle prime indicazioni e il 36% (67 su 184) delle
supplementari avevano valutazioni di alto valore terapeutico.
(ANSA).