Una nuova opzione che per gli esperti è destinata a cambiare lo standard di cura in seconda linea nel tumore al seno metastatico, rendendo ancora più concreta la possibilità di tenere sotto controllo a lungo termine la malattia: è il trastuzumab deruxtecan, un nuovo anticorpo monoclonale farmaco-coniugato di Daiichi Sankyo e AstraZeneca.
L'Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) ha approvato la rimborsabilità di questo anticorpo monoclonale, che ha mostrato di migliorare la sopravvivenza libera da progressione, il tasso di risposta e la qualità della vita.
L'indicazione è per le pazienti con carcinoma mammario HER2-positivo non resecabile o metastatico, che hanno ricevuto uno o più precedenti regimi a base di anti-HER2. In Italia vivono circa 52mila persone con tumore della mammella metastatico, un numero in costante aumento: il 20% presenta una sovraespressione della proteina HER2.
Nello studio registrativo Destiny-Breast03, che ha arruolato 524 pazienti, la sopravvivenza libera da progressione mediana è stata di 28,8 mesi con trastuzumab deruxtecan rispetto a 6,8 mesi con trastuzumab emtansine (T-DM1), che finora ha rappresentato lo standard di cura. Trastuzumab deruxtecan ha dimostrato inoltre una riduzione del 36% del rischio di morte e il 77,4% dei pazienti era vivo a due anni rispetto al 69,9% con T-DM1. "Nel 2022, in Italia, sono stati stimati circa 55.700 nuovi casi di tumore della mammella - sottolinea Saverio Cinieri, presidente Aiom, Associazione Italiana di Oncologia Medica -. La malattia può ripresentarsi nella forma metastatica anche dopo molti anni dall'intervento e dalla fine delle terapie postoperatorie. Inoltre, vi è una percentuale di pazienti, il 7%, in cui il tumore si presenta metastatico già al momento della diagnosi. Le terapie mirate, in particolare i farmaci anti HER2 - conclude Cinieri - hanno cambiato la storia del carcinoma della mammella metastatico, determinando in molti casi una lunga aspettativa di vita, molto più elevata rispetto al passato. Con la rimborsabilità di trastuzumab deruxtecan, si ottiene un ulteriore avanzamento nell'efficacia delle cure in pazienti con malattia metastatica che hanno già ricevuto un trattamento di prima linea e che, essendo in progressione di malattia, sono candidate a ricevere un'ulteriore terapia". (ANSA).