(v. "Tumore all'ovaio 7 volte su 10.
Solo il 27% delle pazienti, secondo un'indagine di Acto
(Alleanza contro il Tumore Ovarico) Italia, dichiara di aver
scelto il proprio centro in base alla specializzazione nel
carcinoma ovarico. "Questo è un aspetto centrale soprattutto
quando parliamo del trattamento chirurgico, che oggi - afferma
Giovanni Scambia, direttore Uoc Ginecologia Oncologica
Policlinico Gemelli Iccs di Roma - rappresenta la terapia
d'elezione in tutte le fasi della malattia".
"È necessario e urgente promuovere un nuovo cambio di rotta
nella gestione del tumore ovarico - afferma Nicoletta Cerana,
presidente Acto Italia - anche partendo dal presupposto che si
vive di più anche con il tumore ovarico, di conseguenza è
diventato necessario prendersi cura della persona, oltre che
curare la malattia".
Il percorso-viaggio nella malattia, dalla diagnosi alla cura,
può essere difficile e doloroso, come sa bene l'attrice Nancy
Brilli, intervenuta nella veste di madrina alla presentazione
del libro bianco, sostenuto da Roche e Gsk. "Ho sempre sofferto
di endometriosi, poi - racconta - mi è stato diagnosticato il
tumore ovarico. Ho aderito con piacere al progetto per
contribuire a dare voce alle istanze delle donne con questa
neoplasia, alle loro storie e a quello che significano".
"Quello che cerchiamo di fare con il nostro movimento, che
raggruppa 45 associazioni, - conclude Annamaria Mancuso,
presidente di Salute Donna e coordinatrice del gruppo 'La
salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere' - è far
sì che i servizi viaggino alla stessa velocità con cui corre la
scienza, per migliorare la vita di chi deve lottare contro il
cancro". (ANSA).
Da test a centri ad hoc, 7 azioni per curare il tumore all'ovaio
Un Manifesto per 'Cambiare Rotta'