(ANSA) - ROMA, 14 SET - Il 70% delle pazienti scopre il
tumore ovarico quando è già in fase avanzata a causa di sintomi
aspecifici e per la mancanza di screening efficaci. Sempre il
70% circa delle donne con tumore ovarico conosce già la malattia
prima della diagnosi, a fronte del 30% di 10 anni fa.
"Negli ultimi 5 anni - sottolinea la Nicoletta Colombo,
direttore Programma Ginecologia, Istituto Europeo Oncologia -
per la prima volta siamo riusciti ad aumentare la percentuale di
pazienti potenzialmente guarite. Abbiamo scoperto il primo
bersaglio del tumore ovarico che può essere colpito con farmaci
mirati: si chiama Deficit della Ricombinazione Omologa (Hrd) ed
è presente nei tumori di tutte le pazienti con mutazioni BRCA e
di un altro 25% di pazienti senza mutazioni. Bisogna perciò
garantire due tipi di test: quelli genetici, a scopo di
prevenzione delle persone sane, e quelli genomici sul tessuto
tumorale, come il test Hrd, per personalizzare le cure in chi si
ammala".
Meno della metà delle pazienti (45%) però accede alla
profilazione genomica. C'è inoltre ancora un 12% di pazienti a
cui non è stato proposto il test per le mutazioni BRCA. "Il
rischio - spiega Umberto Malapelle, a capo del Laboratorio di
Patologia Molecolare Predittiva, Università Federico II di
Napoli - è che non tutte le pazienti possano accedere ai test e
non abbiano le stesse opportunità di cura".
Fondamentale è agire per garantire standard di presa in
carico omogenei. "Prevenzione, diagnosi precoce e una presa in
carico tempestiva e appropriata - afferma il ministro della
Salute Orazio Schillaci - sono le linee strategiche del Piano
Oncologico Nazionale 2023-2027 e le leve su cui puntare con
rinnovato impegno, cogliendo le opportunità offerte dalle nuove
tecnologie". (ANSA).
Tumore all'ovaio 7 volte su 10 scoperto tardi,sintomi non chiari
Il 20 la Giornata mondiale, in 10 anni aumentata la conoscenza