(di Livia Parisi)
(ANSA) - ROMA, 18 SET - Spinto da estati sempre più calde e
lunghe, cresce, in Italia, il numero di infezioni trasmesse da
zanzare. Dall'inizio dell'estate a oggi, quelle colpite da
febbre del Nilo, salite a 237 di cui 13 sono decedute.
Il primo caso di infezione da febbre del Nilo della stagione
è stato segnalato dall'Emilia-Romagna a luglio nella provincia
di Parma. Da allora, secondo il bollettino di Sorveglianza
dell'Iss aggiornato al 13 settembre, sono arrivate a 49 le
Province in cui circola e a 9 le Regioni: Piemonte, Lombardia,
Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Emilia-Romagna, Puglia,
Sicilia e Sardegna. La malattia è spesso asintomatica; circa il
20% presenta febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi
ingrossati. I sintomi più gravi si presentano in meno dell'1%
dei casi e comprendono convulsioni, fino alla paralisi e al
coma. Quest'ultima si chiama forma neuro-invasiva e dei 237 casi
di infezione da West Nile 138 si sono manifestati proprio così
(di cui 24 Piemonte e 41 Lombardia).
"La globalizzazione degli spostamenti e la tropicalizzazione
del clima dell'Italia stanno facendo crescere infezioni limitate
prima ad altre parti del mondo, hanno iniziato a circolare in
Italia, come West Nile, Dengue e la Chikungunya veicolate dalla
zanzara Aedes albopictus. I casi sono sottostimati rispetto a
quelli reali", spiega Salute Massimo Andreoni, direttore
scientifico della Società di Malattie Infettive e tropicali
(Simit).
Sono stati invece, quest'estate, 146 casi di Dengue
importati da altri Paesi, mentre sono 19 i casi trasmessi
localmente in Italia, ovvero quelli che preoccupano gli esperti.
In base al bollettino aggiornato all'11 settembre 2023, questi
casi sono riferiti a tre episodi di trasmissione non collegati
tra loro nelle province di Lodi (14), di Latina (2) e di Roma
(3). "La trasmissione del virus Dengue - spiega l'Iss - è
sostenuta dalla proliferazione del suo vettore, la zanzara Aedes
albopictus, ormai presente in gran parte d'Europa". Il problema
che la Dengue sia diventata autoctona, precisa Andreoni che ha
la cattedra di Malattie infettive all'Università Tor Vergata di
Roma, "è abbastanza rilevante perché è potenzialmente letale, in
particolare nei casi di reinfezione. Non colpisce solo i
fragili, io stesso anni fa, ne sono stato colpito, in Thailandia
con febbre a 40 e encefalite. Non ci sono farmaci attivi, non ci
proteggono le mascherine, l'unico strumento è la riduzione
dell'esposizione alle punture di zanzare". (ANSA).
Effetto clima, salgono i casi febbre del Nilo e Dengue
Andreoni: "La tropicalizzazione del Paese porta malattie nuove"