(ANSA) - ROMA, 16 NOV - Oggi in Italia la percentuale dei
bambini nati pretermine varia tra il 7 e il 10%: ogni anno nel
nostro Paese nascono prima del termine tra i 25.000 e i 30.
"La prematurità - dichiara Elisa Fazzi, Presidente Sinpia,
Direttore della U.O. Neuropsichiatria dell'Infanzia e
dell'Adolescenza Asst Spedali Civili e Università di Brescia - è
una condizione che può comportare un aumento del rischio di
sviluppare oltre alla Paralisi cerebrale infantile spesso
associata a deficit sensoriali, in particolare visivi e
cognitivi di varia entità, disturbi del neurosviluppo, tra cui
disturbi dell'apprendimento, del linguaggio e del comportamento,
fino ai quadri di disturbo dello spettro autistico o di deficit
di attenzione e/o iperattività spesso in comorbidità.
L'intervento precoce, che si fonda su strategie di intervento
centrate sulla famiglia e sull'arricchimento ambientale, può
essere iniziato già nelle prime settimane di vita e può
includere interventi di tipo riabilitativo, ma anche di sostegno
alla genitorialità con interventi educativi, psicologici e
sociali".
Notevoli passi avanti sono stati compiuti dalla scienza e,
oggi, anche per i bambini che nascono prima delle 27-28
settimane la possibilità di sopravvivere è alta, superiore al
70%, sebbene all'aumento della sopravvivenza non corrisponda
anche una simile drastica diminuzione delle problematiche
presentate a distanza di anni. L'incidenza dei disturbi del
neurosviluppo nei bambini nati pretermine è stimata intorno al
20%, mentre la paralisi cerebrale infantile colpisce circa il
10% dei neonati con prematurità di grado elevato, e rappresenta
la causa più frequente di disabilità motoria nei bambini.
"E facile intuire - afferma Simona Orcesi, professore
associato di Neuropsichiatria Infantile presso l'Università di
Pavia e membro del Consiglio Direttivo della SINPIA - che più è
grave la prematurità, con età gestazionale e peso neonatale
molto bassi, maggiormente diminuiscono le possibilità di
sopravvivenza mentre aumentano le complicanze, sebbene negli
ultimi decenni abbiamo potuto assistere ad un significativo
miglioramento delle tecniche ostetriche e delle cure intensive
neonatali. Nell'evoluzione neuropsichica dei gravi pretermine
sono però ancora presenti fragilità cognitive e comportamentali,
difficoltà di regolazione delle emozioni, quadri clinici che
rientrano nei disturbi del neurosviluppo che a volte si
evidenziano più avanti, in età scolare. Si tratta di problemi
spesso considerati più lievi che invece possono compromettere la
qualità di vita dei bambini e delle famiglie". (ANSA).
Il 10% dei bambini in Italia nasce pretermine
Domani la Giornata Mondiale della Prematurità