(ANSA) - BOLOGNA, 17 NOV - "Se potessi tornare indietro
vorrei prendermi cura dei pazienti proprio come fate voi con
me". C'è rimpianto ma allo stesso tempo gratitudine per l'aiuto
che le viene offerto in Italia nelle parole di Nanny, una donna
di 35 anni etiope, infermiera, mamma di due bambini, che a causa
di un incidente stradale avvenuto nel 2017 nel suo Paese ha
perso l'uso delle gambe.
Era già stata operata una prima volta per la frattura
vertebrale all'ospedale di Adis Abeba, ma l'impianto in titanio
si era rotto provocandole una sofferenza ormai insopportabile.
Prima la donna lavorava come infermiera nel reparto di Medicina
interna della città di Soddo, poi la sua vita anche
professionale è stata sconvolta. La prossima settimana sarà
trasferita all'ospedale di Montecatone per iniziare la
riabilitazione al fine di recuperare la maggiore autonomia
possibile. L'accoglienza nel Bolognese è stata possibile
attraverso una rete solidale: in prima linea il fratello, con
lei in questi giorni in Italia, direttore del Centro di Soddo
per Bambini di Strada "Smiling Children Town" che ha contattato
il segretario missionario dei frati Cappuccini delle Marche
(Missioni Estere Cappuccini Onlus) impegnati in progetti in
Etiopia e nel Benin. Proprio i frati si sono rivolti
all'Ospedale di Montecatone dove è stata valutata la necessità
di intervenire prima a livello chirurgico al Maggiore per
rimuovere il vecchio impianto e sostituirlo con uno di nuova
generazione. La speranza è che Nanny possa tornare a casa dai
suoi bambini a Natale senza più dolore. (ANSA).
Dall'Etiopia a Bologna operata per una vita senza più dolore
In sedia a rotelle dopo incidente, al Maggiore e Montecatone