(ANSA) - PERUGIA, 02 DIC - E' una vera e propria "epidemia"
quella in atto per i disturbi dell'alimentazione e dopo il Covid
sta coinvolgendo fasce d'età sempre più basse, anche tra 8 e 12
anni che rappresentano il 30 per cento dei soggetti colpiti. Per
Laura Dalla Ragione "di anoressia, o meglio dei disturbi fisici
a essa collegati, non si muore se si riescono a individuare
precocemente i segni di quella che è a tutti gli effetti una
patologia psichiatrica e ci si sottoponga alle cure adeguate
presso i centri specializzati".
"Nel 2022 in Italia sono morte 3.200 persone per complicanze
mediche legate alla malnutrizione, con un'età media di 25 anni"
spiega Dalla Ragione, psichiatra e psicoterapeuta, responsabile
dei servizi dell'Usl Umbria 1, consulente ministeriale e docente
universitaria considerata tra le maggiori esperte del settore.
"I disturbi dell'alimentazione - aggiunge - sono una patologia
psichiatrica, non una moda o una ricerca estetica. Parliamo di
anoressia e bulimia nervosa ma anche di alimentazione
incontrollata di chi in una sola ora può ingerire cibi da 3 mila
a 30 mila calorie".
Dalla Ragione ribadisce l'esigenza di "attivare nel primo
anno della malattia terapie che oggi sono molto specializzate".
"Spesso però - aggiunge - non c'è la consapevolezza della
malattia e chi ne è affetto è convinto di stare benissimo. C'è
una sorta di allucinazione nella percezione del proprio corpo:
ci sono ragazze che pesano 30 chili eppure si vedono grasse. E'
difficile convincerle a curarsi".
L'esperta rileva poi che "la metà delle regioni italiane non
ha strutture specializzate in grado di curare queste patologie".
"In Umbria - sottolinea - abbiamo invece una rete
all'avanguardia per la cura dei disturbi dell'alimentazione e
per questo da noi arrivano giovani da ogni parte del Paese".
(ANSA).
Disturbi dell'alimentazione già a 8 anni, "sono un'epidemia"
Dalla Ragione, "la metà delle regioni italiane senza strutture"