Guarire è un processo tutt'altro che passivo. Ma affrontare il periodo della convalescenza, per il necessario recupero della forma fisica e mentale, è oggi un valore di cui non siamo spesso pienamente consapevoli.
"E' un processo graduale e per molti la convalescenza è una necessità - prosegue Antonelli Incalzi - Per esempio, dopo una polmonite, influenza o herpes zoster c'è un forte aumento del rischio cardiovascolare, specie nei primi giorni dopo la ripresa, e sarebbe opportuno considerare 4-5 giorni di riposo.
Chi invece ha avuto uno scompenso cardiaco e insufficienza respiratoria dovrebbe cominciare un vero e proprio recupero programmato, riprendendo l'attività fisica per gradini crescenti di attività e includere esercizi degli arti superiori e inferiori, oltre alla respirazione". Più in generale, le indicazioni sono quelle di non eccedere ed evitare di affaticarsi. "E' importante anche focalizzarsi sul recupero dell'attività mentale perché ha un effetto motivazionale e previene il tratto depressivo - prosegue Antonelli Incalzi-. Rispetto a 30-40 anni fa, l'eta media dei pazienti dimessi oggi è aumentata. Anche se alcuni non hanno fretta di tornare al lavoro, è sempre utile rispettare i propri tempi, evitare stress, ma soprattutto non lasciarsi andare e cominciare progressivamente a svolgere qualche attività anche per evitare perdita di massa muscolare".
La perduta arte della convalescenza, fermarsi è parte della cura
L'internista, "rivedere il concetto in un'ottica di riabilitazione"