(ANSA) - L'AQUILA, 13 MAR - Anche livelli minimi di attività
fisica possono ridurre il rischio di ictus: è il risultato
principale dello studio condotto dai neurologi del dipartimento
di Scienze cliniche applicate e biotecnologiche dell'Università
dell'Aquila, pubblicato online sul Journal of Neurology,
Neurosurgery, and Psychiatry.
Dallo studio emerge che gli effetti di riduzione del
rischio di ictus cerebrale associati all'attività fisica sono
indipendenti dall'età e dal sesso, il che significa che tutti
dovrebbero essere incoraggiati a svolgere qualunque tipo di
attività fisica nel loro tempo libero.
Eppure, anche le persone che portano avanti livelli di
attività fisica inferiori, purché non siano del tutto
sedentarie, hanno un ridotto rischio di ictus rispetto ai loro
coetanei sedentari: per scoprire se livelli più bassi di
attività fisica possano comunque avere un effetto protettivo
contro l'ictus cerebrale, gli autori, cercando dati nei database
internazionali, hanno riunito i risultati di 15 grandi studi
osservazionali effettuati su un totale di 752.052 adulti, la cui
salute è stata monitorata per una media di 10,5 anni.
L'analisi dei dati aggregati ha mostrato che, rispetto
all'assenza di attività fisica, la quantità "ideale" più alta
riduce il rischio di ictus del 29%, ma che alcune attività "al
di sotto del target" consigliato dalle raccomandazioni
internazionali riducono comunque il rischio di ictus del 18%.
"Gli autori - precisa una nota Univaq - riconoscono diversi
limiti ai loro risultati, tra cui la variabilità nelle
definizioni dei livelli di attività fisica tra i diversi studi e
il fatto che l'attività fisica era riportata in modo soggettivo,
tramite questionari, dai soggetti inclusi". Tuttavia, gli autori
dello studio concludono che l'attività fisica ricreativa, anche
in piccole quantità, potrebbe aiutare a scongiurare l'ictus nel
lungo termine. (ANSA).
L'attività fisica minima può ridurre il rischio di ictus
Studio Univaq su Journal of Neurology, Neurosurgery, Psychiatry