"Ho ripreso in mano la mia vita. Ora posso ricominciare ad avere ventitré anni".
"L'endometriosi ha messo in pausa la mia voglia di vivere - racconta - Ero stravolta da un dolore che non riuscivo a identificare. Veniva da dentro, mi attaccava le viscere, l'addome e progressivamente la schiena e la gamba destra. Non riuscivo a camminare né a stare seduta: ho smesso di fare tutto ciò che facevo prima, dalle attività quotidiane alla vita sociale. La cosa più difficile è stata spiegarlo agli altri, sentirmi capita: come fai a spiegare qualcosa che non si vede?".
A luglio 2021 arriva la diagnosi: endometriosi. Alessia si rivolge ad un centro specializzato per la malattia, dove tenta una prima terapia farmacologica e successivamente un intervento chirurgico. "Speravo di stare meglio ma così non è stato, il dolore è peggiorato". Alla prima diagnosi se ne aggiungono altre due: vulvodinia e neuropatia del pudendo, cui seguono altre terapie ma senza buoni risultati. L'endometriosi è una patologia cronica e silenziosa, spiega Aldo Riccardi, direttore del Dipartimento Materno Infantile di Cremona: "Pur essendo di natura ginecologica, può interessare più organi e apparati, causando un dolore diffuso che accompagna la donna in ogni momento. Possiamo considerarla una malattia sociale, perché incide anche sulle relazioni interpersonali". A Cremona, il percorso diagnostico parte da un'indagine accurata per identificare la natura e l'entità dei sintomi. Gli accertamenti diagnostici possono includere la risonanza magnetica nucleare, e oltre alla terapia farmacologica, la chirurgia può essere una strada terapeutica, benché talvolta rischiosa e non risolutiva, consigliata solo quando l'endometriosi risulta estremamente invalidante. "Quando pensi che ormai tutto sia inutile, arriva qualcosa di rivoluzionario - prosegue Alessia - La neurostimolazione midollare è stata la mia rivoluzione".
All'Asst di Cremona, la neuromodulazione antalgica è già in uso per trattare patologie nervose o della spina dorsale. Come spiega Antonio Fioravanti, direttore della Neurochirurgia e del dipartimento delle Neuroscienze, è una tecnica di trattamento che utilizza la radiofrequenza sul sistema nervoso per migliorare la sintomatologia dolorosa. Dal punto di vista pratico, si tratta d'installare a livello dorsale epidurale un neurostimolatore, che con impulsi elettrici o magnetici consente di 'ingannare' le vie del dolore neuropatico, preservando le altre sensibilità. Per la prima volta, questa metodica terapeutica è stata applicata per trattare il dolore da endometriosi. Dopo una prima fase di trial per valutare funzionamento e modulazione, è stato programmato l'intervento per installare il neurostimolatore, che oggi accompagna Alessia nella ripresa delle attività quotidiane. I risultati sono molto incoraggianti, affermano i medici. Alessia sta decisamente meglio ed ha imparato a gestire in autonomia il dispositivo, che può essere ricaricato e regolato in base alla necessità.
"A tre mesi dall'intervento - spiega Alessia - riesco a fare cose che prima erano soltanto un ricordo, come andare in università, passeggiare o andare in discoteca con le amiche. Ho il cuore pieno di gioia, anche se dopo tanta sofferenza rimane la paura che tutto questo possa ricominciare. ".
Alessia e l'endometriosi, 'Ora vivo senza dolore'
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