(ANSA) - ROMA, 28 MAG - Tra ansia, depressione e isolamento,
il disagio giovanile è una realtà che non sempre viene percepita
dai familiari e che si combatte con l'ascolto. Disturbi in parte
ereditati dalla pandemia come rivela il Rapporto "Generazione
Post Pandemia: bisogni e aspettative dei giovani italiani nel
post Covid 19", elaborato da Censis, Consiglio Nazionale dei
Giovani e Agenzia Nazionale dei Giovani.
Il 27,6% degli studenti incolpa la sfera familiare, ma quasi a
parimerito con la scuola. Se per i genitori, invece, la causa è
da attribuire principalmente all'ambiente scolastico (39%), i
docenti dicono che è dovuto nel 37% alla famiglia e poco (12%)
alla scuola. "Notiamo che ogni adulto incolpa l'altro di ciò che
avviene - spiega Sergio De Filippis, Docente di Psichiatria
delle Dipendenze all'Università di Roma La Sapienza e consulente
scientifico del progetto -. Ognuno deve avere la forza di
educare l'adolescente, ed è qui che le Istituzioni devono dare
una mano. Secondo lo State of Children in the European Union del
2024, si stima che tra i ragazzi di età tra i 15 e i 19 anni
circa l'8% soffra di ansia e il 4% di depressione". Tra i
problemi, anche l'uso di sostanze (54%), i disturbi alimentari
(38%) e del sonno (63%), il bullismo (38%). "Il compito di chi
opera nel settore è fornire ai ragazzi ciò che li può aiutare a
sviluppare un benessere della mente e a favorire un equilibrio
delle relazioni sociali, familiari e formative - conclude
Alberto Siracusano, Ordinario di Psichiatria Università di Roma
Policlinico Tor Vergata e Coordinatore del Tavolo Tecnico Salute
Mentale del Ministero della Salute -. La promozione di un nuovo
piano d'azione nazionale per la salute mentale vedrà grande
attenzione all'età evolutiva e alla transizione all'età adulta".
(ANSA).
Disagio giovanile, quasi il 50% dei 18-25enni soffre d'ansia
Censis-Agenzia Nazionale dei Giovani, in parte dovuto a pandemia