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'Rectal cancer show' alla Sapienza per conoscere la patologia in aumento

Anche Verdone al convegno promosso dal prof.Giovanni Casella

Redazione Ansa

Si può anche sorridere approfondendo diagnosi e cura di una patologia, il cancro al retto, purtroppo in aumento? Ci hanno provato al 'Rectal Cancer Show', un convegno con il format del talk show ambientato nel Teatro Ateneo della Sapienza. L'incontro è stato organizzato da Giovanni Casella e Domenico Mascagni, professori di Chirurgia Generale della Università Sapienza e ha visto la partecipazione di importanti esperti italiani di diverse discipline impegnati nella cura di questa malattia: chirurghi, oncologi, radioterapisti, radiologi, gastroenterologi. Tra questi, Massimo Carlini, presidente della Società di Italiana di Chirurgia, l'ex viceministro Pierpaolo Sileri, oggi al San Raffaele di Milano, Paolo Delrio del Pascale di Napoli, Lucia D'Alba del San Giovanni di Roma, Franco Corcione della Clinica Mediterranea di Napoli, Carlo Catalano presidente della European Society of Radiology.
    Tra dibattiti, proiezioni di video e relazioni su nuovi approcci terapeutici per la cura della malattia, c'è stato spazio per momenti artistici: l'esibizione di MuSa classica (clarinettista Evohe Adone e pianista Lucia Carinci) che ha interpretato arie celebri tratte da colonne sonore cinematografiche e la lettura del prof. Nicola Basso, emerito di chirurgia generale, dal titolo 'L'altro Michelangelo è arrivato a Roma'. Si è riso di gusto soprattutto con il racconto di un ipocondriaco eccellente: Carlo Verdone che ha raccontato, tra le risate del pubblico, il suo rapporto con la medicina, partendo dalla prima diagnosi a 17 anni di sindrome ansiosa depressiva, passando per la laurea honoris causa in Medicina e Farmacia e finendo con la sua brillante diagnosi di tumore del retto ad un amico ristoratore.
    La rettrice della Sapienza, la professoressa Antonella Polimeni ha voluto sottolineare come "questa iniziativa di divulgazione e sensibilizzazione alla prevenzione e al contrasto del cancro del retto incarna la funzione di terza missione dell'Università protesa verso la società civile". Il direttore generale dell'Umberto I Fabrizio d'Alba si è complimentato per l'iniziativa che "pone il paziente al centro del percorso di cura non trascurando la qualità di vita anche dopo gli interventi chirurgici.
    Negli ultimi anni si è assistito a un progressivo e preoccupante aumento dei casi di tumori colo-rettali in Italia: secondo i dati Aiom, nel 2022, in Italia, sono state stimate 48.100 nuove diagnosi (erano 43.702 nel 2020) e nel 2023 circa 50.500 nuove diagnosi. In tre anni l'incremento è stato di circa 6.800 casi. Nel 2022 per tale patologia, sono stati stimati 24.200 decessi. È inoltre interessante segnalare la progressiva riduzione di età delle persone colpite.
    Nell'ambito dei tumori colo-rettali, il tumore del retto rappresenta una sfida per il chirurgo. Infatti per l'aggressività biologica, per le caratteristiche anatomiche e fisiologiche, il suo trattamento è demandato a centri di alta specializzazione. La chirurgia negli ultimi anni è radicalmente mutata verso un approccio sempre più 'gentile', sicuro, conservativo e meno mutilante rispetto alla chirurgia del secolo scorso. In questa direzione vanno gli approcci mini-invasivi (laparoscopia) o attraverso gli orifizi naturali (chirurgia miniinvasiva transanale). Tutto ciò è reso possibile anche grazie agli avanzamenti tecnologici, si pensi al robot, alle nuove suturatrici motorizzate e all'utilizzo di coloranti fluorescenti. Ad oggi si hanno a disposizione test di facile esecuzione che permettono di arrivare a diagnosi precoci di questi tumori. Tuttavia, nonostante la promozione dei programmi di screening e i significativi vantaggi, l'adesione della popolazione rimane molto bassa. (ANSA).
   

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