Oltre il 70% delle persone con problemi d'udito convive con un certo grado di acufene o tinnito. Si tratta di un sintomo e non di una malattia specifica che può però influire notevolmente sulla qualità della vita per via della percezione di ronzii, sibili, o fischi, spesso causati da stress e affaticamento, infezioni dell'apparato uditivo, invecchiamento.
"L'acufene, o tinnito, momento dispercettivo del nostro sistema uditivo, secondo la Classificazione Statistica Internazionale delle Malattie e dei Problemi Sanitari Correlati (ICD 10, 1990) è una patologia di competenza otorinolaringoiatrica - spiega Aldo Messina, responsabile scientifico del congresso e specialista in audiologia per il "Regina Margherita" di Palermo- Ma oggi, di comune accezione, piuttosto che una malattia è considerato un sintomo, tanto da sembrare riduttivo delegare ad un singolo specialista il suo inquadramento diagnostico,terapeutico-riabilitativo e prognostico". Spesso legato all'esposizione ai suoni forti, che possono danneggiare le delicate cellule sensoriali presenti nell'orecchio interno, l'acufene può essere associato anche all'eccesso di cerume, alla pressione arteriosa alta e ai disturbi che riguardano i nervi sensoriali. Abitudini come il fumo, il consumo di alcolici o caffeina, come pure l'assunzione di quantità eccessive di acido acetilsalicilico o di antibiotici possono poi aggravare il problema. Tra gli approcci innovativi che verranno presentati al congresso, programmi di mindflulness self compassion, stimolazione sonora e Widex Zen Therapy (WZT), il trattamento basato su counseling, amplificazione, strategie di relax e toni frattali, per aiutare a correggere pensieri e comportamenti disadattivi legati all'acufene, un sollievo dall'ansia e dallo stress.