(ANSA) - NAPOLI, 22 GIU - Sedie a rotelle avanzate ed
esoscheletri controllati con il pensiero; tecnologie per
rimettere in connessione i muscoli e il cervello in chi ha
subito lesioni al midollo spinale o per sopperire ai danni
causati al cervello da un ictus. Le neuroprotesi del futuro
potrebbero fornire soluzioni a problemi di salute per cui oggi
non c'è una cura.
Uno dei macroprogetti (Spoke 4) in cui è articolato Mnesys,
che ha presentato alcuni risultati al primo Forum Nazionale di
Neuroscienze, infatti, si occupa di indagare il modo in cui il
cervello interagisce con l'ambiente, cioè di come ad esempio
vista e tatto vengano utilizzati per farci muovere", spiega
Patrizia Fattori, ordinaria di Fisiologia all'Università di
Bologna e coordinatrice dello Spoke 4. Una delle possibili
applicazioni di questo filone di ricerca è comprendere quale
area del cervello sia la più adatta a essere la sorgente di
segnali neurali per guidare le neuroprotesi.
Uno studio condotto dal gruppo di ricerca guidato da Fattori
ha identificato due nuove aree che "rappresentano delle buone
candidate all'interno delle quali effettuare un ipotetico
impianto neuroprotesico", aggiunge Fattori. "Queste conoscenze
di base consentiranno di aiutare pazienti con deficit motori,
come ad esempio chi ha una lesione del midollo spinale",
conclude.
Tuttavia, non è solo il cervello a influenzare il
comportamento del corpo. Accade anche il contrario: ne è un
esempio l'impatto del microbiota su alcune malattie
neurodegenerative come l'Alzheimer. Una ricerca condotta da un
gruppo di ricerca guidato dalle professoresse Laura Calzà e
Luciana Giardino dell'Università di Bologna ha mostrato come
l'invecchiamento precoce del microbioma causi un'infiammazione
del colon che anticipa l'insorgenza dei difetti di memoria
tipici dell'Alzheimer. "Conoscere questa fase pre-sintomatica
apre possibilità preventive e terapeutiche completamente nuove,
ad esempio regolando opportunamente i segnali che derivano dal
microbiota", dice Calzà, ordinaria di Anatomia degli animali
domestici all'Università di Bologna. (ANSA).
Nuovi punti di attracco per le neuroprotesi del futuro
Il progetto Mnesys studia le interazione cervello-corpo