(ANSA) - ROMA, 19 LUG - L'individuazione di nuovo meccanismo
molecolare alla base della leucemia linfoblastica acuta (LLA),
un tumore ematologico aggressivo a rapida evoluzione che
colpisce i linfociti T arrestandoli in una fase immatura,
potrebbe migliorare la comprensione dei processi che conducono
allo sviluppo della malattia che colpisce soprattutto i bambini.
Tra le leucemie acute infantili, circa il 60% è infatti
rappresentato dalla LLA. Secondo una ricerca internazionale
coordinata dalla Sapienza, è l'interazione tra proteine
recettoriali mediata da microRNA che porta alla compromissione
delle funzioni immunitarie della ghiandola del timo. Una
scoperta che potrebbe aprire il futuro a nuove tecniche di
monitoraggio e a nuove terapie, specie in casi in cui la
chemioterapia intensiva ha portato a ricadute con prognosi
sfavorevole. Lo studio, pubblicato sulla rivista Oncogene, ha
dimostrato come la proteina Notch moduli i meccanismi
epigenetici di regolazione del recettore CXCR4 attraverso
l'interazione con particolari microRNA. In questo modo
contribuisce al blocco dello sviluppo e della differenziazione
delle cellule T e sovverte completamente le funzioni del timo
inducendone una precoce involuzione. Il risultato della ricerca
è stato ottenuto attraverso un modello transgenico per il gene
Notch3, che ha permesso di verificare molte delle
caratteristiche molecolari e cellulari della LLA T, e grazie
all'impiego di molteplici tecniche avanzate di citofluorimetria
e di analisi molecolare. I dati epigenetici sono stati
confermati mediante l'utilizzo di modelli di xenotrapianto
ottenuti utilizzando campioni di pazienti affetti da LLA T
trapiantati in modelli sperimentali murini. Un lavoro che ha
coinvolto molti giovani ricercatori in Italia ed all'estero che,
come spiega Maria Pia Felli, autrice dell'articolo, "con
professionalità hanno condotto esperimenti complessi e
fondamentali per questo studio, dimostrando passione ed
entusiasmo per la ricerca scientifica. La specifica competenza
fornita da ogni singolo autore e dai vari centri di ricerca
coinvolti ha permesso la realizzazione di questo progetto" Oltre
alla Sapienza, hanno partecipato la Weill Cornell Medicine di
New York, l'Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Roma,
l'Azienda Ospedaliera dei Colli Monaldi di Napoli, l'Università
di Roma Tor Vergata, l'Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di
Roma, l'Università di Padova e quella di Perugia. (ANSA).
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