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Un nuovo test del sangue per diagnosticare l'Alzheimer al 90%

Lo conferma uno studio su 1.200 persone

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 29 LUG - Un nuovo esame del sangue è capace di cogliere con un tasso del 90% di accuratezza se alcuni segnali come la perdita di memoria siano dovuta all'Alzheimer.
    Attualmente i neurologi e altri specialisti della memoria diagnosticano correttamente l'Alzheimer nel 73% dei casi testati. La dimostrazione arriva da uno studio condotto presso l'Università di Lund in Svezia e pubblicato su 'JAMA Neurology'.
    Una parte dell'esame del sangue consiste nella misurazione del plasma fosforilato tau 217, o p-tau217, uno dei numerosi biomarcatori del sangue che gli scienziati stanno valutando per l'uso nella diagnosi di lieve deterioramento cognitivo e morbo di Alzheimer in fase iniziale. Il test misura la proteina tau 217, che è un indicatore della patologia, ha affermato il coautore dello studio, Sebastian Palmqvist, professore associato e neurologo consulente senior presso l'Università di Lund in Svezia.
    Lo studio ha coinvolto 1.213 persone con lieve perdita di memoria e di questi, 515 sono stati valutati nell'assistenza primaria e 698 in una clinica specialistica della memoria. I pazienti sono stati sottoposti al test del sangue e i risultati diagnostici sono stati confrontati con quanto emerso dal tradizionale test del liquido cerebrospinale. Come detto, l'affidabilità dell'esame del sangue è risultata essere di circa il 90%.
    L'accuratezza dell'esame è stata anche confrontata con le valutazioni dei medici, effettuate prima che potessero accedere ai risultati dell'esame del sangue o dell'esame del liquido cerebrospinale. In questo confronto, i neurologi e altri specialisti della memoria hanno diagnosticato correttamente l'Alzheimer nel 73% dei casi, mentre i medici di base hanno raggiunto un tasso di accuratezza del 61%. "Ciò indica il potenziale miglioramento nella diagnosi con l'adozione di questo esame del sangue negli ambienti sanitari", ha sottolineato il coordinatore dello studio Sebastian Palmqvist. Secondo i ricercatori, la semplicità e l'affidabilità di questo test del sangue rappresentano un significativo passo in avanti nella diagnosi dell'Alzheimer, "fornendo un metodo efficace per escludere la malattia nelle cure primarie. Un aspetto fondamentale perché la perdita di memoria può derivare anche da altre condizioni curabili come la depressione o la stanchezza cronica".
    I prossimi passi includono la definizione di chiare linee guida cliniche per l'uso dell'esame del sangue nell'assistenza sanitaria. (ANSA).
   

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