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Mpox, 30mila test in consegna in Africa ma 'ne servono di più'

Oms chiede una procedura di emergenza, 'urge accesso più rapido'

Redazione Ansa

Nelle prossime settimane, l'Organizzazione mondiale della sanità consegnerà ai Paesi africani altri 30.000 test per la diagnosi del virus mpox, il cosiddetto vaiolo delle scimmie. Ma per far fronte all'epidemia, dichiarata emergenza sanitaria internazionale, "è urgente ampliare l'accesso ai servizi diagnostici", rileva l'Oms, che chiede ai produttori di questi dispositivi di presentare una manifestazione di interesse per l'Emergency Use Listing, una procedura di emergenza per accelerare l'iter di consegna.

"I test di laboratorio sono essenziali per identificare le catene di trasmissione, rilevare i casi in anticipo e prevenire un'ulteriore diffusione del virus", scrive in una l'organizzazione. Il rilevamento del dna virale mediante test Pc (reazione a catena della polimerasi) su campioni prelevati da lesioni cutanee, come fluido o vescicole, è il gold standard per la diagnosi di mpox. Dal 2022, l'Oms ha consegnato, nel mondo, circa 150.000 test diagnostici in vitro per l'mpox, di cui oltre un quarto è andato ai paesi della regione africana. Ma con ben 1.000 casi sospetti segnalati solo nella Repubblica Democratica del Congo questa settimana, la domanda è in aumento. Nel Paese, epicentro della nuova epidemia, da maggio 2024, sei laboratori aggiuntivi sono stati attrezzati per diagnosticare l'mpox.

Grazie a questi sforzi, i campioni virali testati nel 2024 sono stati 4 volte di più rispetto al 2023.

Un ulteriore passo avanti sarà fatto ora con l'attivazione della procedura di Emergency Use Listing, con cui l'Oms può approvare l'uso di prodotti medici come vaccini, test e farmaci, per l'approvvigionamento a tempo limitato in situazioni di emergenza. Il processo mira ad aiutare i Paesi che non hanno approvato questi prodotti a livello nazionale, ad acquistarli "per far fronte a un bisogno critico".
   

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