'Oggi la scienza ci dice che, agendo in maniera strutturata sugli stili di vita, possiamo davvero interferire sulla qualità del nostro invecchiamento.
L'obiettivo di invecchiare restando giovani è qualcosa su cui possiamo lavorare in maniera scientifica'.
'La nutrizione è una delle variabili su cui si può interferire in maniera più semplice', ha aggiunto Scapagnini, che ha poi parlato del concetto di 'positive nutrition': 'Quando parliamo di dieta siamo sempre molto preoccupati a levare le cose che ci fanno male - ha osservato - un approccio corretto nella logica della prevenzione primaria. Ma non dobbiamo dimenticare che è altrettanto importante aggiungere le cose che ci fanno bene e inserire ogni giorno del positivo'.
'In questo momento assistiamo a una divergenza sempre maggiore tra l'aspettativa di vita e l'aspettativa di vita in salute' visto che in Italia 'l'aspettativa di vita media di uomini e donne è poco più di 81 anni mentre quella in salute è a stento 60 anni. Questo - ha aggiunto - vuol dire che ognuno di noi dovrebbe attendersi il 20% della propria esistenza collegata alla presenza di malattie croniche degenerative non curabili'.
'È stato dimostrato - ha proseguito Alberto Albanese, professore dell'Istituto Clinico Humanitas Rozzano e presidente dell'Associazione Internazionale sulle sindromi parkinsoniane e malattie correlate - che una corretta alimentazione, associata al regolare esercizio fisico, può ridurre significativamente il rischio di insorgenza di patologie neurodegenerative come il Parkinson e l'Alzheimer'.
Scapagnini, invecchiare restando giovani è un obiettivo scientifico
Vicepresidente Sinut: 'Intervenire con una nutrizione positiva'