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Tornano dalla Guinea con la malaria, guariti al Carlo Urbani

Saltamartini: 'Ospedale più umano cura e tiene insieme famiglia'

Redazione Ansa

(ANSA) - JESI, 28 OTT - Sono tornati da un viaggio in Guinea con malesseri e febbre alta, si sono rivolti al Pronto Soccorso dell'Ospedale Carlo Urbani di Jesi dove gli accertamenti hanno rilevato che tutta la famiglia, due adulti e due bambini di 1 e 4 anni erano affetti da malaria. Sia gli adulti sia i bambini ora sono guariti e sono stati dimessi nei giorni scorsi, dopo il ricovero ospedaliero presso lo stesso Ospedale Carlo Urbani.
    La diagnosi di malaria è stata subito notificata al Servizio di Igiene e Sanità Pubblica del Dipartimento di Prevenzione della Ast Ancona per la valutazione della necessità di interventi di disinfestazione nel paese di residenza della famiglia, interventi che però sono stati ritenuti non necessari anche a seguito dell'interessamento dell'Istituto Zooprofilattico di Umbria e Marche.
    Di questo ricovero, oltre alla professionalità dei medici e dei sanitari del nosocomio della AST Ancona nel garantire la migliore terapia a ciascuno dei quattro pazienti, va sottolineato l'impegno organizzativo di tutto personale per permettere all'intera famiglia di essere curata insieme, ovvero negli stessi ambienti di degenza, consentendo quindi ai bambini di restare vicino ai loro genitori per tutta la durata della degenza.
    "La sanità marchigiana - ha dichiarato il vice presidente della Giunta e assessore alla Sanità della Regione Marche, Filippo Saltamartini - è in grado di esprimere una rete virtuosa in termini di umanizzazione delle cure, che riflette un modello organizzativo centrato sul paziente e sulle sue esigenze. Tenere unita una famiglia nel percorso di cura significa guardare al benessere dell'intero nucleo e creare un ambiente ospedaliero più umano e accogliente".
    La Direzione Strategica dell'Azienda Sanitaria Territoriale di Ancona ringrazia il personale dell'Unità operativa di Pediatria, diretta da Antonella Bonucci e il personale dell'Unità operativa di Medicina Interna, diretta da Marco Candela, per la professionalità e la disponibilità dimostrate nella gestione di una situazione così particolare, quella di un'intera giovane famiglia, in cui oltre alla cura terapeutica ha assunto un grandissimo valore l'aspetto dell'umanizzazione delle cure. Un plauso dunque a tutto il personale che si è prodigato per l'organizzazione gestionale, le cure e l'assistenza. (ANSA).
   

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