(ANSA) - ROMA, 07 NOV - Le vittime del cancro a livello
globale sono destinate a raddoppiare quasi entro il 2050,
principalmente a causa dell'aumento dei casi nei paesi a basso e
medio reddito.
Lo rivela un'analisi pubblicata su Jama Network Open e
condotta da Habtamu Bizuayehu dell'Università del Queensland, in
Australia, basata sui dati recenti relativi a incidenza e
mortalità per 36 tipi di cancro in 185 paesi, utilizzando il
database del Global Cancer Observatory.
Secondo le stime, il numero totale di casi di cancro a
livello mondiale dovrebbe aumentare di quasi il 77% tra il 2022
e il 2050, il che significherebbe 15,3 milioni di casi in più
nel 2050 rispetto ai 20 milioni del 2022. Anche i decessi per
cancro a livello globale sono destinati a crescere di quasi il
90% in questo periodo, con un incremento di 8,8 milioni di
decessi in più nel 2050 rispetto ai 9,7 milioni del 2022.
Gli aumenti maggiori sono previsti nei paesi che hanno un
punteggio basso e medio nell'Indice di sviluppo umano delle
Nazioni Unite (un indice che considera aspettativa di vita,
livello di istruzione e reddito medio pro capite). Nei paesi con
basso punteggio, come Niger e Afghanistan, si prevede che i casi
e i decessi per cancro quasi triplicheranno entro il 2050. Al
contrario, nei paesi con punteggio molto alto, come la Norvegia,
i casi e i decessi aumenteranno rispettivamente in media del 42%
e del 56%.
L'aumento dei casi di cancro è probabilmente influenzato da
vari fattori, tra cui l'invecchiamento della popolazione, che
aumenta il rischio di cancro. Tuttavia, lo studio non ha
considerato l'introduzione di nuovi o più efficaci trattamenti
che potrebbero 'cambiare le carte in tavola'.
Nei paesi meno sviluppati, è probabile che gli aumenti siano
maggiori a causa della cosiddetta occidentalizzazione delle
popolazioni, ossia della tendenza a sviluppare comportamenti
associati a un rischio più alto di cancro, come adottare diete
poco salutari. (ANSA).
Tumori, nel mondo i morti potrebbero quasi raddoppiare al 2050
A rischio sud del Pianeta per 'occidentalizzazione' popolazioni