(ANSA) - TREVISO, 05 DIC - Una ricerca coordinata da Michele
Gottardi, direttore della UOC di Oncoematologia e del
dipartimento di Oncologia dello Iov-Irccs di Castelfranco Veneto
(Treviso) ha dimostrato che un approccio intensivo alla leucemia
mieloide acuta comporta una sopravvivenza più lunga negli
anziani.
Lo studio - che ha utilizzato dati raccolti da tutto il mondo
in collaborazione con ospedali, enti e università ed è
pubblicato da Haematologica - dimostra una sopravvivenza globale
a 5 anni del 44,2% e una sopravvivenza libera da eventi a 5 anni
del 32,9%.
I pazienti anziani "sono più fragili e quindi spesso esclusi
dalla chemioterapia intensiva per elevato rischio di
tossicità/complicanze - spiega Gottardi -. Inoltre molto spesso
le leucemie mieloidi acute dell'anziano sono più resistenti alla
chemioterapia. È logico quindi che trattare questi pazienti
diventa uno sforzo privo di senso nel rapporto
rischio/beneficio. In altre parole, tanti rischi, anche severi,
e poche possibilità di successo".
Nello specifico gruppo di leucemie mieloidi acute che sono
state studiate (CBF-AML), il lavoro condotto dallo Iov dimostra
che mantengono la sensibilità alle chemioterapie anche nei
pazienti anziani. Il messaggio finale è: nelle CBF-AML
dell'anziano rischiare con le chemioterapie vale la pena perché
i rischi sono controbilanciati da buone possibilità di successo.
Allo studio "hanno aderito i più prestigiosi centri italiani,
europei ed americani - commenta Maria Giuseppina Bonavina,
direttore generale dello Iov -: parliamo tra gli altri di Mayo
Clinic di Rochester, Harvard Medical School di Boston, MD
Anderson Cancer Center di Houston, Seattle, Chicago e molti
altri. I risultati evidenziati - ha concluso - possono portare
realmente ad un cambio dell'approccio terapeutico a queste
malattie, particolarmente in popolazioni dove la percentuale di
anziani è in forte aumento". (ANSA).
La chemio è efficace per cura della leucemia acuta negli anziani
Lo rivela uno studio a livello mondiale coordinato dallo Iov