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Malattie delle valvole cardiache per il 60% degli anziani

Un terzo sfugge a diagnosi. Dopo 75 anni le ha 95% popolazione

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 06 DIC - Oltre la metà della popolazione anziana (il 61%) presenta anomalie delle valvole cardiache di grado almeno lieve-moderato, in particolare della valvola aortica, nel 27% dei casi, e della valvola mitralica, nel 34%.
    Ma un terzo sfugge alla diagnosi, complici la scarsa consapevolezza del problema e l'insorgenza in molti casi asintomatica o con disturbi (come stanchezza, affanno, dolore al petto), comuni ad altre patologie dell'anziano come scompenso cardiaco e Bpco. Le patologie alle valvole cardiache interessano fino al 95% degli over 75, con un impatto altissimo sulla salute e la qualità di vita, e un rischio di morte di circa il 50% a 2 anni dall'eventuale esordio di sintomi e del 75% a 3 anni.
    Questi i nuovi risultati dell'indagine Prevasc (Prevalenza delle malattie cardiovascolari), il primo studio epidemiologico mai realizzato in Italia basato su un programma di screening di comunità, che ha stimato la prevalenza e la severità delle patologie valvolari cardiache nella popolazione anziana.
    L'indagine, condotta dalla Società Italiana di Cardiologia Geriatrica (SICGe) in collaborazione con l'Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi di Firenze, ha coinvolto oltre 1000 persone over-65 residenti in 10 piccoli comuni (meno di tremila abitanti) distribuiti su tutto il territorio nazionale.
    I risultati, riferiti a 857 soggetti sul totale dei partecipanti, sono stati presentati durante il Congresso Nazionale SICGe in corso a Firenze.
    Aorta, mitrale, tricuspide, polmonare: sono le quattro valvole cardiache in grado di aprirsi e chiudersi in maniera coordinata col battito del cuore, consentendogli di pompare in modo efficace circa 7mila litri di sangue ogni giorno. Una funzione vitale ma che può essere compromessa con l'avanzare dell'età. Invecchiamento e presenza di fattori di rischio cardiovascolare quali ipertensione, ipercolesterolemia, diabete, obesità, favoriscono, infatti, la degenerazione e, quindi, il malfunzionamento delle valvole cardiache (mancata chiusura o restringimento, detti anche, rispettivamente, insufficienza e stenosi). L'unico modo per evitare complicazioni future e per ridurre la mortalità associata alle valvulopatie è fare diagnosi precoce e prevenzione delle complicanze, sottoponendosi a un semplice esame cardiologico - elettrocardiogramma (Ecg) o ecocardiogramma. Ma in assenza di programmi di screening strutturati, prevenzione e diagnosi precoce continuano a rimanere un miraggio. "Le evidenze emerse dallo studio Prevasc - afferma Alessandro Boccanelli, vicepresidente SICGe e coordinatore dello studio - spingono a proseguire la strada intrapresa per far sì che l'intera popolazione over-65 possa beneficiare di un programma di screening cardiovascolare strutturato e capillare". (ANSA).
   

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