Riformare la medicina di base e aumentare il peso del merito nella remunerazione degli ospedali, nella consapevolezza che il sevizio sanitario "si regge su due gambe, una pubblica e una privata". A indicare le riforme da fare e la necessità "di discutere su nuove basi il futuro del Servizio sanitario nazionale" è stato Enrico Coscioni, presidente dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), durante la presentazione del Rapporto sulla "Qualità degli Outcome clinici degli Ospedali italiani 2023", tenutasi oggi presso la sede di Unioncamere a Roma.
"Il nostro Servizio sanitario nazionale è composto da due gambe, una pubblica e una privata, che devono camminare insieme o almeno in modo alternato, raggiungendo l'obiettivo della salute dei cittadini", ha precisato presentando il rapporto realizzato da Agenas e Associazione italiana ospedalità privata (Aiop).
Se vogliamo dare un futuro al Servizio sanitario nazionale, ha proseguito Coscioni, "dobbiamo smontarlo e ricostruirlo: non funziona più la medicina primaria, se non se non ci sarà una riforma rapidamente della medicina di continuità e dell'assistenza specialistica ambulatoriale, il modello di medicina del territorio previsto non avrà effetti concreti".
Così come vanno superati i tetti di spesa previsti per il governo della spesa sanitaria: "bisogna ragionare sull'applicazione di una forma di meritocrazia: conoscendo volumi esiti, grazie ai dati del Programma nazionale esiti, potremo remunerare le strutture anche secondo la qualità delle prestazioni". Questi sono infatti parametri, ha concluso Coscioni, che ora "siamo in grado di misurare e in futuro saremo sempre più grado di farlo grazie alla telemedicina e alla sanità digitale".