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Fiaso, 'Il 95% degli ospedali adotta misure per ridurre errori'

Migliore (Fiaso), "La sicurezza dei pazienti è una bussola"

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 17 SET - "La sicurezza dei pazienti è la bussola che guida il lavoro delle aziende sanitarie e degli ospedali italiani. La totalità (95%) delle aziende sanitarie ha infatti definito procedure specifiche per la riduzione degli errori clinici e la gestione delle anomalie". A sottolineare i dati emersi da una recente indagine realizzata in collaborazione con l'Università Cattolica di Roma è il presidente della Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere (Fiaso), Giovanni Migliore, in occasione della sesta Giornata mondiale per la sicurezza delle cure promossa dall'Organizzazione mondiale della sanità.
    "Bisogna raccontare - puntualizza Migliore - lo sforzo quotidiano delle strutture per migliorare i processi diagnostici garantendo la sicurezza dei pazienti, a partire dalla prevenzione degli errori, favorendo l'indispensabile alleanza tra cittadini, istituzioni e operatori della sanità. Asl e ospedali sono in prima linea per assicurare il 'clinical risk management', cioè la gestione del rischio clinico in ambito sanitario, attraverso strategie fondamentali per migliorare la qualità delle prestazioni sanitarie e garantire la sicurezza dei pazienti".
    Una sfida che deve coinvolgere tutti, ma che deve includere anche un efficace governo della domanda di prestazioni. "Senza appropriatezza non può esserci vera sicurezza della cura e dell'assistenza. Un tema ancora più attuale in questo momento, - prosegue Migliore - perché tutto ciò che facciamo per migliorare la qualità delle cure contribuisce certamente anche a ridurre i possibili episodi di aggressioni a medici e operatori sanitari".
    Assicurare la sicurezza del paziente e prevenire gli errori diagnostici e terapeutici, oltre a essere un fondamentale obiettivo per la tutela della salute dei cittadini, conclude Migliore, "consente di minimizzare il rischio di contenzioso e anche le pesanti ricadute economiche a carico delle aziende sanitarie, che si trovano spesso in regime di autoassicurazione". (ANSA).
   

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