(ANSA) - CITTA' DEL VATICANO, 12 APR - "La tendenza che
porta a considerare la propria esistenza un peso per sé e per i
propri cari trasforma la cultura dello scarto in cultura di
morte". Lo ha affermato il Papa, che ricevendo in udienza i
membri della Pontificia Accademia delle Scienze sociali ha
stigmatizzato la "mentalità" in base alla quale "le persone non
sono più sentite come un valore primario da rispettare e
tutelare, specie se povere o disabili, non servono ancora - come
i nascituri -, o non servono più - come gli anziani".
"Combattere la cultura dello scarto significa promuovere la
cultura dell'inclusione - vanno uniti -, creando e rafforzando i
legami di appartenenza alla società", la ricetta del Papa: "Gli
attori protagonisti di questa azione solidaristica sono coloro
che, sentendosi corresponsabili del bene di ciascuno, si
adoperano per una maggiore giustizia sociale e per rimuovere le
barriere di vario genere che impediscono a tanti di godere dei
diritti e delle libertà fondamentali". "I risultati ottenuti
con tali azioni sono maggiormente visibili nei Paesi
economicamente più sviluppati", l'analisi di Francesco, secondo
il quale "in questi Paesi, generalmente, le persone con
disabilità hanno diritto a prestazioni sanitarie e sociali, e,
sebbene non manchino le difficoltà, sono incluse in molteplici
ambiti della vita sociale: da quello educativo a quello
culturale, da quello lavorativo a quello sportivo". Nei Paesi
più poveri, invece, "tutto ciò dev'essere ancora in gran parte
realizzato". (ANSA).
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