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Disabilità e media,parole giuste contro pietismo-sensazionalismo

Mercoledì 22 a Cagliari focus con Giulia Giornaliste e Odg

Redazione Ansa

(ANSA) - CAGLIARI, 20 MAG - Un linguaggio giornalistico inclusivo e rispettoso dell'identità e dei diritti delle persone con disabilità. Quali sono le 'parole giuste' per una rappresentazione non stereotipata, fuori da ogni forma di pietismo e di sensazionalismo. Il Testo Unico dei doveri dei giornalisti, le carte deontologiche e la legge sulla privacy disegnano i confini entro i quali i giornalisti e le giornaliste, nell'esercizio del diritto di cronaca, si muovono nel rispetto dei diritti delle persone, ma manca un sistema di regole deontologiche alle quali fare riferimento e che sia da supporto per andare oltre una visione preconfezionata della disabilità e per eliminare dal racconto dei media stereotipi e pregiudizi.
    Un vuoto normativo nel quale si inserisce il lavoro del gruppo Carta di Olbia - composto dalle giornaliste di Giulia Sardegna, Susi Ronchi, Caterina De Roberto, Vannalisa Manca e Francesca Arcadu, quest'ultima anche vicepresidente Uildm Sassari, da Veronica Asara presidente dell'Associazione SensibilMente Olbia e dall'avvocata Sara Carnovali - che sulla scia di due corsi a Olbia, uno a Cagliari e uno a Sassari ha elaborato una proposta di norme deontologiche, presentata nel dicembre del 2022 al presidente nazionale dell'Ordine dei giornalisti Carlo Bartoli.
    Il gruppo ha anche partecipato, con un proprio contributo dal titolo "La discriminazione multipla, alla recente pubblicazione diffusa in pdf "Comunicare la disabilità. Prima la persona", curata dal Coordinamento pari opportunità del Consiglio nazionale dell'OdG.
    Giulia giornaliste Sardegna e l'Ordine regionale dei giornalisti ripropongono il corso di formazione a Cagliari, in programma mercoledì 22 maggio dalle 14 alle 17 nella sede del rettorato dell'Università, quinta tappa di un cammino iniziato a Olbia a dicembre del 2019. L'obiettivo è quello di individuare un ambito di riflessione e di analisi concreta sui modelli preconfezionati di rappresentazione mediatica capaci di condizionare la percezione sociale della disabilità e il pensiero comune influendo anche sulle vite delle stesse persone con disabilità, a volte definite 'meno fortunate o speciali'.
    Fondamentale è quindi l'uso di un linguaggio adeguato e rispettoso in armonia con quanto previsto dalla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità e con una speciale attenzione ai temi della discriminazione multipla alla quale sono soggette le donne con disabilità e - per associazione - le caregiver. Ai giornalisti sono riconosciuti 5 crediti formativi deontologici. (ANSA).
   

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