Longevità

Parkinson, Pisa studia sonno per fare diagnosi precoce

Pazienti si accorgono della patologia quando 90% neuroni colpito

Parkinson, Pisa studia sonno per fare diagnosi precoce

Redazione Ansa

PISA - Entro il 2026 potremmo essere in grado di individuare precocemente il morbo di Parkinson sulla base di uno studio personalizzato del sonno con una ricerca coordinata dall'Università di Pisa che inizierà l'1 marzo 2023.
    Finanziato con 3 milioni di euro dal programma per la ricerca e l'innovazione dell'Unione Europea "Horizon Europe" - di cui 800. 000 destinati all'ateneo pisano -, il progetto Nap ha come obiettivo quello di utilizzare, per la prima volta in questo particolare campo di indagine, degli organoidi cerebrali, ossia dei modelli cellulari tridimensionali avanzati del cervello umano.
    "Riuscire ad individuare per tempo il morbo di Parkinson, anche prima che inizino i tremori tipici, è fondamentale per controllare la malattia, gestirne l'evoluzione e garantire al paziente una miglior qualità della vita - spiega Chiara Magliaro, ricercatrice presso il Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione dell'Università di Pisa e il Centro di Ricerca 'E. Piaggio' e responsabile del progetto - Con la tecnologia che intendiamo sviluppare grazie al progetto Nap, sarà possibile farlo in maniera personalizzata".
    Punta a una diagnosi precoce l'ateneo pisano dato che "ad oggi il paziente si rende conto di avere questo morbo solo all'insorgere dei primi tremori quando, però, circa il 90% dei suoi neuroni è ormai già compromesso". "A differenza delle classiche tecniche di diagnosi - prosegue Magliaro - quella che stiamo approntando non è invasiva e permetterà di individuare il morbo di Parkinson attraverso screening precoci e di capire la predisposizione o meno di un soggetto a questa malattia che, come altre malattie di tipo neurodegenerativo, ha un'incidenza crescente in una società come la nostra che invecchia di più".
    Per la prima volta al mondo, i ricercatori di Pisa utilizzeranno gli organoidi cerebrali per mimare i ritmi sonno veglia e caratterizzare i difetti nella morfologia delle cellule neuronali attribuibili ai disturbi del sonno connessi al Parkinson. Al progetto aderiscono anche le università di Friburgo ed Amsterdam e tre imprese, Organotherapeutics Gmbh (Lussemburgo), Atlas Neuroengineering (Belgio) e SleepActa (spin-off dell'Università di Pisa). 

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