"Quando incontriamo una persona, in 170 millisecondi facciamo una valutazione estetica del volto e il sorriso è il biglietto da visita. Se è piacevole, attiva dei centri del cervello, i centri della ricompensa, che ci fanno stare bene.
Importante è averli sani, in una situazione più o meno simmetrica, riuscire a vederli in modo che quando il labbro sorride li scopra". Tonetti mette in guardia da un'estetica stereotipata di tipo Hollywoodiano, che rischierebbe di creare sorrisi tutti uguali e poco autentici. "Negli Stati Uniti, nella scala dei colori dei denti, quello più desiderato è quello più artificiale che si chiama A0. Un bianco che in natura non esiste. La chiave è trovare l'equilibrio tra estetica e personalità, mantenendo un sorriso che faccia sentire ogni persona bene con se stessa". Per Tonetti, certe misurazioni tecniche, come quelle utilizzate dagli architetti greci per costruire i templi, sono interessanti ma non devono diventare la regola assoluta. "Se vogliamo considerare il rapporto aureo, allora dovremmo considerare l'altezza e la larghezza dell'incisivo centrale con dei parametri che sono il rapporto dell'altezza e della larghezza del Tempio greco. Un riferimento che non dovrebbe annullare le variazioni che fanno di ogni sorriso qualcosa di irripetibile", conclude.
Tonetti, 'il sorriso perfetto non esiste, mantenere l'unicità'
No a misurazioni troppo tecniche e stereotipi Hollywoodiani
