Salute denti e gengive

Lo smalto non si rigenera, ma se danneggiato si può riparare

Risponde il dottor Francesco Azzola della SIdP

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 17 MAG - Lo smalto è il "guscio" rigido che riveste le corone denti, ovvero la porzione che normalmente è visibile. Si tratta di un tessuto con proprietà uniche, tanto da essere in assoluto il più duro e resistente all'usura di tutto l'organismo. La sua funzione è quella di proteggere e isolare la parte più profonda e sensibile del dente, ovvero la polpa dentale.
    Per quanto resistente non è certo indistruttibile. Esso si può fratturare a seguito di traumi come una caduta o masticando cibi eccessivamente duri. Un tipico danno dello smalto dentale è l'erosione: essa è in parte inevitabile con il passare degli anni, ma in alcuni soggetti i denti si usurano così velocemente da risultare appiattiti in età prematura; questo fenomeno è tipico di chi digrigna i denti (bruxista) e di chi ingerisce frequentemente cibi acidi, come il succo di limone e alcune bevande gassate. Infine lo smalto può essere rovinato dalla carie, un'aggressione batterica in grado di distruggere i prismi dello smalto; le carie sono maggiormente frequenti nei pazienti con un'igiene orale insufficiente e in chi ha una dieta ricca di zuccheri.
    Il prezzo da pagare di caratteristiche meccaniche e fisiche così performanti è che lo smalto, una volta formato, non contiene cellule; mancando totalmente la componente organica, lo smalto non è in grado di guarire o "ripararsi", tanto meno di rigenerarsi. Per questo, ad oggi, non esistono materiali o tecniche per ottenere una rigenerazione.
    Anche se non può essere rigenerato, lo smalto può essere sostituito. Oggi i materiali a disposizione del dentista sono diversi, dalle resine composite alle ceramiche da laboratorio; la scelta di quale materiale usare si basa su diversi fattori, dall'estensione del danno alla posizione del dente.
    Una piccola carie, per esempio, viene curata rimuovendo lo smalto cariato e ricostruendo la cavità residua con resina composita; un dente particolarmente danneggiato, invece, può essere ricostruito ricoprendolo con una corona di ceramica.
    L'evoluzione dei materiali, accompagnata da sistemi di adesione sempre più efficaci, permettono ai dentisti di intervenire in maniera sempre meno invasiva e di preservare il più possibile lo smalto sano.
    Tuttavia, per quanto efficienti e sofisticati, questi materiali non eguagliano le doti meccaniche ed estetiche dello smalto naturale sano; per questo è sempre valido il consiglio di fare tutto il possibile per prevenire carie, fratture e usure profonde dello smalto. (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it