Tre casi di meningite in Toscana nelle ultime 24 ore, due di tipo B, a Livorno e nel Fiorentino, e una ventenne di Prato affetta da meningococco di tipo C. Solo quattro giorni fa, era morto a Firenze un bimbo di 22 mesi che viveva a Porcari, in provincia di Lucca. Il piccolo era stato portato prima al pronto soccorso dell'ospedale di Lucca e poi trasferito al pediatrico Meyer di Firenze in condizioni gravissime. Sale dunque il bilancio delle persone colpite da meningite nella regione, almeno per quanto riguarda il tipo C. Sono 61 i casi dall'inizio del 2015: 31 nel 2015, 30 nel 2016, considerando anche la ventenne pratese. Nel Fiorentino, è stato ricoverato un uomo di 55 anni, residente a Impruneta. Il 55enne è arrivato il 31 dicembre pomeriggio nel presidio ospedaliero di Santa Maria Annunziata denunciando i tipici sintomi, tra cui febbre molto alta. Le analisi di laboratorio hanno presto confermato che si trattava di meningococco B. Il paziente, spiega una nota dell'Ausl Toscana centro, è attualmente in condizioni cliniche stabili.
"Il servizio di igiene e sanità pubblica fiorentino - ha spiegato la Ausl - ha subito attivato le misure di profilassi, sulla base della valutazione del profilo di rischio". La ventenne pratese è arrivata al pronto soccorso dell'ospedale di Prato nella tarda serata del 31 dicembre. La ragazza è stata subito ricoverata nel reparto di terapia Intensiva dell'Ospedale Santo Stefano di Prato. Anche in questo caso i sanitari hanno sospettato subito che si trattasse di sepsi da meningococco ed hanno immediatamente sottoposto la paziente ad adeguata terapia. Le successive analisi compiute all'ospedale pediatrico Meyer, che è il centro di riferimento per le indagini di laboratorio, ha confermato la presenza di meningite da meningococco C. Anche in questo caso il Servizio di Igiene pubblica e della nutrizione del Dipartimento di Prevenzione di Prato ha prontamente attivato tutte le procedure per la profilassi e sta sottoponendo a copertura antibiotica i familiari e le persone che nei 10 giorni precedenti all'esordio dei sintomi della paziente hanno avuto contatti stretti e ravvicinati con la ragazza. E' in corso l'indagine epidemiologica per ricostruire i luoghi frequentati dalla giovane, sempre nel periodo di 10 giorni dall'esordio dei sintomi. Nella mattinata dell'1 gennaio, l'accertamento di un terzo caso: un uomo di 83 anni residente a Venturina (Livorno) è stato ricoverato nel reparto di Malattie Infettive all'ospedale di Livorno con diagnosi di meningite da emofilo di tipo B.
"Questa patologia - ha spiegato la Asl - non comporta profilassi per i soggetti venuti in contatto con l'anziano". Le condizioni del paziente sono serie e la prognosi riservata. Nel 2015, i casi di meningite notificati sono stati complessivamente 38: 31 da meningococco C, 6 B, 1 W, 1 non noto. Nel 2016 i casi notificati sono stati 38: 29 di ceppo C, 6 B, 1 W, 1 X, 1 non tipizzabile. A cui si devono aggiungere gli ultimi tre casi, due di tipo B e uno C. Dall'inizio della campagna vaccinale straordinaria (fine aprile 2015) al 30 novembre 2016, sono state somministrate in totale 735.865 vaccinazioni: 198.731 nella fascia di età 11-20 anni; 333.369 nella fascia 20-45; 203.765 dai 45 anni in su. Al 30 novembre, risulta che abbia aderito il 77% dei pediatri di famiglia e l'86% dei medici di medicina generale. Un uomo sopra i 70 anni, infine, è stato ricoverato a Terni ieri con una sospetta meningite, nel reparto di malattie infettive. I sanitari rassicurano sul fatto che si tratta in realtà di una irritazione meningea, dovuta probabilmente ad una forte forma di sinusite, senza alcun rischio di contagio diretto da persona a persona.
Sempre nella giornata dell'1 gennaio, un uomo di 50 anni originario di Alatri in Ciociaria è stato ricoverato in gravi condizioni al policlinico Umberto I di Roma per meningite da streptococco. Portato all'ospedale di Alatri é stato trasferito d'urgenza nell'ospedale romano. Il cinquantenne da diversi giorni aveva febbre molto alta. Giunto all'Umberto I di Roma è stato intubato. Sottoposti a profilassi familiari e amici che sono stati a stretto contatto con lui. Secondo quanto si è appreso, non ci sarebbero rischi di contagio.