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Da Welby a Dj Fabo, 11 anni di lotta sul 'diritto di morte'

I casi che hanno scosso le coscienze, le scelte dei tribunali

Redazione Ansa

Poter decidere quando terminare la propria vita e interrompere cosi' la propria sofferenza. E' la richiesta che in 11 anni, come un filo rosso, ha legato tanti volti che sono diventati veri e propri emblemi, da Piergiorgio Welby all'ultimo in ordine cronologico, quello del DJ Fabo. Una volonta' di porre fine "con dignita'" alla propria vita devastata dalla malattia che da oggi, grazie all'approvazione della legge sul Biotestamento, potrà essere accolta in modo certo nel quadro, appunto, di una norma dello Stato. Fino ad oggi, invece, l'ultima parola e' sempre spettata ai giudici ed ai tribunali.

 


    Il primo a porre il tema dell'autodeterminazione del malato e della scelta sul fine-vita fu PIERGIORGIO WELBY, attivista e co-presidente dell'Associazione Coscioni. Colpito da anni dalla distrofia muscolare invio' al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano una lettera in cui chiedeva l'eutanasia. Il 16 dicembre 2006 il tribunale di Roma respinse la richiesta dei legali di Welby di porre fine all'"accanimento terapeutico", dichiarandola "inammissibile" a causa del vuoto legislativo su questa materia. Pochi giorni dopo, Welby chiese al medico Mario Riccio di porre fine al suo calvario. Riccio stacco' dunque il respiratore a Welby sotto sedazione, venendo poi assolto dall'accusa di omicidio del consenziente. Nel 2007 fu poi il caso di GIOVANNI NUVOLI, malato di Sla di Alghero, che chiedeva anch'egli il distacco del respiratore: questa volta, pero', il tribunale di Sassari respinse la richiesta ed i carabinieri bloccarono il medico che voleva aiutarlo.

Nuvoli inizio' allora uno sciopero della fame e della sete lasciandosi morire. Ma e' nel 2009 con il caso di ELUANA ENGLARO, la giovane di Lecco rimasta in stato vegetativo per 17 anni, che il Paese si e' diviso tra i favorevoli alla volonta' del padre Beppino di far rispettare il desiderio della figlia quando era ancora in vita di porre fine alla sua esistenza se si fosse trovata in simili condizioni, ed i contrari. Varie le sentenze di rigetto delle richieste dei familiari, finche' la Cassazione, per ben due volte, non si e' pronunciata a favore della sospensione della nutrizione e idratazione artificiale. Anche MARIO FANELLI, malato di Sla morto per cause naturali nel 2016, chiedeva una legge sull'eutanasia. E sempre nel 2016, WALTER PILUDU, ex presidente della provincia di Cagliari malato di Sla, e' morto ottenendo il distacco del respiratore: il tribunale di Cagliari ha infatti autorizzato la struttura sanitaria dove si trovava a cessare i trattamenti. L'ultimo è il caso di Dj Fabo, morto in Svizzera nella struttura dove si è recato accompagnato da Marco Cappato dell'Associazione Luca Coscioni per ottenere il suicidio assistito.

Dj FABO (FABIANO ANTONIANI) si era rivolto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella affinche' intervenisse sul fine vita. A 39 anni, cieco e tetraplegico a seguito di un grave incidente stradale, chiedeva di "essere libero di morire" e giudicava "scandaloso che i parlamentari non abbiano il coraggio di prendere la situazione in mano per tanti cittadini che vivono come me". Casi ai quali si aggiungono i 5 malati che l'Associazione Coscioni ha accompagnato in Svizzera per ottenere l'eutanasia e da marzo 2015, afferma Matteo Mainardi, coordinatore della campagna Eutanasia legale, "abbiamo aiutato 233 persone a mettersi in contatto con i centri svizzeri per il suicidio assistito".
   

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