(ANSA) - ROMA, 24 GEN - Le aziende farmaceutiche potrebbero
fare molto di più contro il fenomeno della resistenza agli
antibiotici, ma qualcosa si sta muovendo sia sul fronte dei
nuovi farmaci allo studio che sulle politiche per scoraggiare
l'uso indiscriminato di quelli esistenti. Lo afferma un rapporto
presentato a Davos dalla Access to Medicine foundation, che ha
censito 28 molecole in fase avanzata di sviluppo contro i
batteri indicati come prioritari dall'Oms.
Il rapporto ha valutato le 30 maggiori compagnie al mondo
dando loro un punteggio in base ai farmaci in sviluppo, alle
politiche per la fabbricazione responsabile, ad esempio con
azioni per ridurre la presenza di antibiotici negli scarichi, e
alle iniziative per un uso 'saggio'. Circa metà delle aziende,
risulta dal documento, hanno messo in campo delle azioni per
monitorare il fenomeno della resistenza, soprattutto dei batteri
che causano la polmonite. Otto hanno politiche attive per
ridurre la dispersione dei farmaci nell'ambiente, e quattro le
richiedono anche ai loro fornitori. Quattro compagnie stanno
iniziando a eliminare la quantità di antibiotici venduti dai
parametri per i bonus ai venditori. "Anche se le compagnie
stanno affrontando il problema - sottolinea Jayasree Iyer,
direttore esecutivo della fondazione, molte sono appena
all'inizio. E' vero che ci sono importanti nuove medicine in
arrivo, ma è opinione comune che non basteranno a sostituire
quelle che non sono più efficaci". (ANSA).
"Le aziende fanno poco per la resistenza agli antibiotici"
Rapporto, non bastano 28 farmaci indicati come priorità dall'Oms