"Fai un atto di gentilezza. Aiuta una persona a sorridere!".
Quando si ride nel nostro organismo avvengono molte reazioni chimiche. Secondo evidenze scientifiche, infatti, sorridere fa rilasciare endorfine che aiutano a gestire l'ansia e stress, aiuta a controllare il dolore, stimola il sistema immunitario, abbassa la pressione sanguigna. E rende anche più attraenti. Insomma aveva ragione Madre Teresa di Calcutta, quando, prima ancora che tutto questo venisse dimostrato, affermava: "Non sapremo mai quanto bene può fare un semplice sorriso". Gesto di gentilezza che fa bene al cuore e consolida le relazioni, grazie all'azione dei nostri neuroni specchio, il sorriso è anche "contagioso", come dimostrato dai ricercatori della Università del Wisconsin, in un articolo su Trends in Cognitive Sciences.
Di conseguenza, chi vuol far sorridere gli altri dovrebbe iniziare a farlo per primo. Nasce proprio per far diventare virale questo messaggio lo Smile Day, che fu celebrato per la prima volta nel 1999 e, a partire da questa data, ogni primo venerdì di ottobre. A volerlo fu Harvey Ball, creatore dello "smile", della emoticon sorridente che è una delle icone più diffuse al mondo. Da piccola celebrazione nella città natale di Ball si è arrivati, alla World Smile Foundation, che ha come scopo quello di "migliorare il mondo con un sorriso alla volta". Chiunque può essere un ambasciatore del sorriso (World Smile Day Ambassadors) e aiutare a spargere il messaggio sui social media, in famiglia e tra gli amici. Perché, per citare Charlie Chaplin, "un giorno senza sorriso è un giorno perso". (ANSA)
'Aiuta una persona a sorridere', compie 20 anni lo Smile day
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