Il dato giornaliero della Protezione civile rileva il calo netto dei malati per coronavirus. Sono infatti 107.709 gli attualmente positivi, 528 in meno rispetto a lunedì, quando per la prima volta dall'inizio dell'emergenza si era registrato un calo di 20 pazienti.
Sono salite a 24.648 le vittime dopo aver contratto il coronavirus in Italia, con un aumento di 534. Lunedì l'aumento sul giorno precedente era stato di 454.
Nuovo record di guariti: complessivamente sono 51.600, con un incremento rispetto ai 2.723 del giorno prima. Lunedì l'aumento dei guariti era stato di 1.822.
Prosegue il trend in calo dei ricoveri in terapia intensiva per coronavirus. Ad oggi sono 2.471, 102 in meno rispetto a lunedì. Di questi, 851 sono in Lombardia, 50 in meno rispetto a lunedì. Dei 107.709 malati complessivi, 24.134 sono ricoverati con sintomi e 81.104 sono quelli in isolamento domiciliare.
Dall'inizio dell'emergenza non è "mai stato così alto il numero di pazienti dimessi e guariti" dal coronavirus, sottolinea la Protezione Civile sottolineando che nelle ultime 24 ore sono stati dimessi dagli ospedali 772 pazienti mentre i guariti sono 2.723 in più rispetto a lunedì.
I DATI DELLA LOMBARDIA - In Lombardia i casi positivi sono 67.931 con un aumento di 960, mentre lunedì c'erano stati 735 nuovi casi, praticamente con lo stesso numero di tamponi (oggi 6711). I nuovi decessi sono 203 per un totale di 12.579, mentre ieri erano stati 163. Significativo il calo dei posti occupati in terapia intensiva che sono 851 (-50) e diminuiscono anche i ricoveri in terapia non intensiva che sono 9805 (-333). Sono i dati resi noti dalla Regione Lombardia.
Non molla il contagio da Coronavirus nella provincia di Milano dove i positivi sono 16.520 con un aumento di 408, un centinaio più, secondo i dati forniti da Regione Lombardia. In città i contagiati sono 6.955, con un aumento di 246. I nuovi contagi a Cremona sono stati 150, per un totale di 5.641, mentre meno di cento in tutte le altre Province: 74 a Brescia (12.078) e 50 a Bergamo (10.788).
Studio ministero base misure 21 febbraio - Lo studio di analisi elaborato dal ministero della Salute, e la cui prima versione è del 12 febbraio, è stato alla base dei successivi interventi sull'emergenza. Lo spiega in una nota lo stesso dicastero, sottolineando che è del "12 febbraio la prima versione di questa analisi, successivamente aggiornata fino al 4 marzo". Questo lavoro di studio e approfondimento "ha poi contribuito alla definizione delle misure e dei provvedimenti adottati a partire dal 21 febbraio, dopo la scoperta dei primi focolai italiani".
LE PAROLE DI ARCURI - "Ci sono ancora 2573 italiani ancora in terapia intensiva, ma ci sono anche 2659 ventilatori che servono a combattere questo virus e a salvare vite. Ieri per la prima volta il numero dei ventilatori ha superato quello dei pazienti in terapia intensiva". Così il commissario Domenico Arcuri in conferenza stampa alla Protezione civile.
"Questo grazie allo sforzo straordinario fatto in questi mesi con il commissario Borrelli e i nostri collaboratori per mandare i ventilatori nelle Regioni - I numeri dicono che il contagio si sta attenuando". Quanto alla Fase 2, "non bisogna prendere alcuna decisione frettolosa, dobbiamo essere ancora più consapevoli e responsabili. Non dobbiamo abbandonare né la cautela né la prudenza". Il virus, ha aggiunto, "è ancora tra noi. Abbiamo imparato a contenerlo e i nostri concittadini hanno imparato ad attrezzarsi e a fronteggiarlo, a costo di una sostanziale privazione delle libertà e proprio per questo dobbiamo sapere che non è stato sconfitto né allontanato. Il contact tracing è una modalità per garantire che in qualche modo vengano conosciuti e tracciati i contatti che le persone hanno, molto importante se qualcuno si contagia. Possono essere usati per contenere la diffusione del virus. In tutto il mondo alleggerire il contenimento significa essere in grado di mappare tempestivamente i contatti delle persone; l'alternativa sarebbe non alleggerire le misure, privandoci di quote importanti della nostra libertà come in queste settimane è accaduto".
La App per il contact tracing risponderà a due requisiti fondamentali: la sicurezza e la privacy. I dati anagrafici e sanitari dei cittadini dovranno essere conservati su una "infrastruttura pubblica e italiana". "La privacy e la riservatezza dei dati - ha aggiunto - è un diritto inalienabile ed irrinunciabile". Dunque "non sarà da parte mia possibile allocare queste informazioni in un luogo che non sia un'infrastruttura pubblica e italiana. Dove comincia e dove finisce il contact tracing? Assume una valenza fondamentale per accompagnare l'allentamento delle misure di contenimento se si connette al sistema sanitario". Così il commissario Domenico Arcuri in conferenza stampa alla Protezione civile. "Un cittadino che scarica l'app sul suo device e ha garantite sicurezza e privacy non può solo produrre un 'alert' verso altri cittadini con cui è stato in contatto, ma non è sufficiente - aggiunge -. Sarà necessario, in tempi ristretti e nelle forme possibili, che la app si possa connettere al sistema sanitario nazionale, che dia informazioni perché si possa intervenire tempestivamente ed efficacemente. Solo così il contact tracing avrà una valenza e non sarà solo un sistema informativo. La App di contact tracing non sarà obbligatoria. Ho letto che noi avremo in testa di rendere obbligatoria la App per i cittadini, questa è una farsa - ha aggiunto - La app sarà e resterà volontaria".
L'Italia - ha detto ancor Arcuri - è il paese che ha fatto più tamponi in relazione al numero di abitanti. Il dato è stato fornito dal Commissario Domenico Arcuri: "su ogni 100mila abitanti - ha detto - la Francia ha fatto 510 tamponi, la Gran Bretagna 710, la Spagna 1.990, la Germania 2.063 e l'Italia 2.244". Ad oggi, ha aggiunto, vengono distribuiti 250mila tamponi al giorno alle regioni e l'aumento di quelli eseguiti è del 500% rispetto ad un mese fa: erano 182mila, oggi sono oltre un milione. "Questo - ha concluso - è uno dei tanti risultati della combinazione virtuosa del lavoro fatto dagli uffici del Commissario, della Protezione Civile e delle Regioni. Ci sono 40,3 milioni di mascherine nei magazzini delle Regioni, aggiornato a ieri. Servirà per fronteggiare picchi di domanda o rigurgiti dell'emergenza. Ormai questo argomento delle mascherine lo possiamo accantonare, ha lasciato il passo a ulteriori questioni. Continuiamo una massiccia distribuzione, sono soddisfatto della trasparenza delle Regioni che dichiarano di averne un po' più di quelle che gli servono". Lo ha detto il commissario Domenico Arcuri in conferenza stampa alla Protezione civile.
Il direttore del Dipartimento malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità, Gianni Rezza, invita alla prudenza: Se la situazione epidemiologica "confermasse l'attuale trend di miglioramento, allora ci si augura che gli italiani possano andare in vacanza, ma in questo caso si potrebbe andare in spiaggia ed al mare solo rispettando scrupolosamente il distanziamento sociale. Per parlare di vacanze è ancora un pò presto - afferma - ed è necessaria cautela". "Se il trend sarà di continuo, ulteriore miglioramento - spiega l'esperto all'ANSA - allora si potrà pensare alla prospettiva delle ferie estive, ma sempre con estrema cautela e prudenza perchè il virus, purtroppo, non scomparirà". In spiaggia, quindi, "il problema maggiore sarà rappresentate proprio dal rispetto del distanziamento sociale. Se andremo al mare, come speriamo, sarà quindi essenziale il distanziamento appunto perchè il virus continuerà a circolare. Ci vorranno dunque più controlli e vanno pensate modalità di sicurezza, dal numero di ombrelloni a distanza nei lidi, ad esempio, allo scaglionamento delle presenze". Riferendosi invece all'acqua marina e alla sabbia, Rezza tranquillizza sottolineando come non vi siano evidenze di trasmissione del SarsCov2 attraverso tali elementi. Il problema "centrale e sul quale mi focalizzerei - ribadisce - resta quello del distanziamento tra le persone, con la priorità di evitare assembramenti". La questione tuttavia è "complessa - precisa l'esperto - e va anche valutato il peso degli spostamenti delle persone da una zona all'altra per raggiungere eventualmente le località di mare e di vacanza. Cruciale resta insomma l'andamento della curva dei contagi a seconda delle aree e andranno fatte opportune valutazioni".
Morto a Bologna medico, e' il 142esimo - E' morto ieri mattina all'ospedale Sant'Orsola di Bologna, dove era ricoverato perché positivo al Covid-19, Manuel Efraim Perez, medico 75enne presidente dell'associazione modenese di volontariato Fratres Mutinae. "Ha dedicato la sua esistenza alla professione - racconta il figlio, anche lui medico, Cristian Manuel Perez -, con dedizione e infinito spirito di servizio". Peruviano di nascita, bolognese a tutti gli effetti, il dottor Manuel, come lo hanno sempre chiamato i volontari che ha fatto crescere, ha contratto la malattia andando a visitare gli anziani di una casa di riposo.
AD AOSTA, intanto, un bambino nato all'ospedale Beauregard, è risultato positivo all'infezione da nuovo coronavirus, secondo quanto appreso dall'ANSA. Il parto è avvenuto la scorsa settimana, nella notte tra giovedì e venerdì. La madre, residente nella cintura di Aosta, anche lei positiva, ha partorito con 38 di febbre. Il risultato del tampone è arrivato il giorno dopo la nascita. All'interno dell'ospedale Beuregard è stata riorganizzata la degenza nei reparti di Ostetricia e Pediatria.
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