"Le misure contenute nell'ultimo Dpcm sono un passo avanti, ma non sufficiente per affrontare la circolazione del virus in questo momento", ha detto il consulente del ministro della Salute, Walter Ricciardi nel programma Omnibus de La7. "Le misure - ha aggiunto - vanno prese in modo proporzionato alla circolazione del virus e il virus in questo momento in alcune aree del nostro Paese dilaga incontrollato".
Sui dati a supporto della decisione politica di chiudere palestre e piscine, il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri immagina che "siano in possesso del Comitato tecnico scientifico ma io non li ho visti", ha detto a 24Mattino di Simone Spetia su Radio 24. "I dati vengono presentati tra il giovedì e il venerdì ma l'analisi accurata delle varie attività divisa per settore immagino sia in seno al Cts, io ricevo delle analisi generali - continua Sileri - Al Cts e all'Istituto Superiore di Sanità arrivano i dati prodotti dalle Regioni, immagino abbiano tutte le attività di contatc tracing che consentano di capire dov'è l'origine del contagio e stabilire i rischi stimati".
"La prima urgenza ora - ha scritto Sileri in un tweet - è abbassare la curva del contagio. Il #Dpcm va in questo senso e ha varato misure proporzionate all'aumento dei casi. Ma non dobbiamo avere paura: è un provvedimento transitorio. Una volta addolcita la curva queste necessarie misure saranno superate".
Le misure contenute nel nuovo Dpcm "danno un colpo al cerchio e uno alla botte tra salute ed economia ma non arrivano al punto giusto, perchè continuano ad aumentare i contagi e i morti". Così Silvio Garattini, presidente dell'Istituto Mario Negri di Milano, commenta all'ANSA il nuovo provvedimento. "I giovani non fanno il necessario per proteggersi - continua - e c'è un eccesso di sovrapposizione tra Governo, Regioni e Comuni, fanno tutti quello che vogliono. Mi pare che non ci sia una giusta percezione del problema, c'è chi dice di stare tranquilli e chi di stare attenti. Ma la verità è che bisogna stare attenti e adottare tutte le misure di prudenza necessarie".
"Non ho mai fatto polemica, ma questo provvedimento non ci voleva, e facciamo fatica a farlo accettare. Faccio appello al Governo perché lo riveda". Lo ha detto il presidente del Veneto Luca Zaia, a proposito dei contenuti del nuovo Dpcm. "Non ci sono dati di sanità pubblica - ha aggiunto - che dimostrino che ristoranti o palestre siano responsabili dell'infezione. Avevo chiesto la chiusura alle 24.00, poi il punto caduta era stato fissato alle 23.00, ma neanche questo; chiudere alle 18.00 vuol dire farli chiudere per sempre. Sono realtà che hanno rispettato in maniera ossequiosa le linee guida, senza focolai o comportamenti delinquenziali da parte degli imprenditori. Non ne faccio un discorso paternalistico, hanno avuto coraggio di investire e di adeguarsi alle linee guida", ha concluso.
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