I posti letto in terapia intensiva occupati da pazienti con Covid-19 restano stabili al 15% a livello nazionale ma crescono in 10 regioni in 24 ore: Campania (raggiungendo il 9%), Emilia Romagna (16%), Friuli (17%), Lazio (19%), Puglia (8%), Sicilia (14%), Toscana (16%), Umbria (13%), Valle d'Aosta (15%), Veneto (20%). Il tasso è stabile, ma oltre la soglia del 10%, in Abruzzo (13%), Calabria (15%), Liguria (21%), Lombardia (15%) Marche (21%), PA di Trento (24%), Piemonte (19%), Toscana (15%). In calo nella PA di Bolzano (18%). E' quanto emerge dal monitoraggio Agenas, che confronta i dati del 5 gennaio con quelli del giorno prima.
A livello nazionale - questi i dati Agenas del 5 gennaio - il tasso di occupazione di posti letto occupati da pazienti Covid nei reparti ospedalieri sale al 21% e, in 24 ore, cresce in 13 regioni: Calabria (al 33%) Liguria (32%), Abruzzo (17%), Lombardia (23%), Marche (24%), Molise (13%), Piemonte (25%), Puglia (13%), Sardegna (11%), Sicilia (25%), Toscana (17%), Umbria (28%), Veneto (21%). Stabili oltre soglia del 15%: Basilicata (20%), Campania (19%), Emilia Romagna (18%), Friuli (24%), Lazio (20%), PA Trento (19%). Il tasso è in calo nella PA Bolzano (16%) e Valle d'Aosta, che col 45% resta la regione con la situazione più critica.
"Dobbiamo assolutamente contenere al massimo la pressione sui nostri ospedali: di fronte a un numero di contagi così elevato è chiaro che i 5 milioni di cittadini ancora non vaccinati sono quelli che rischiano di più di andare ad occupare gli ospedali e siamo in presenza di una crescita degli ospedalizzati che dobbiamo assolutamente tenere sotto controllo". Così Andrea Costa, sottosegretario alla Salute, su Rai Radio1 a Radio anch'io. "L'obiettivo del governo è sempre stato quello di mantenere aperte tutte le nostre attività nella consapevolezza che non possiamo vanificare i sacrifici che gli italiani stanno facendo da due anni". "Con i provvedimenti approvati ieri dal Cdm abbiamo cercato ancora una volta di anticipare e gestire questa situazione epidemica così delicata. L'obbligo vaccinale per gli over50 scatta da quando il decreto viene pubblicato", e non dal 15 febbraio. "L'obbligo non è un tabù. Valuteremo settimana per settimana l'andamento dell'epidemia, a oggi - afferma - abbiamo previsto questa estensione che riguarda 2,5 mln di cittadini, una platea che rischia di più e quindi riteniamo che sia un provvedimento in grado di dare una risposta importante. Poi valuteremo". Poi ancora: "Sul tema del consenso informato, al di là delle modifiche e delle scelte che valuteremo nei prossimi giorni, già oggi in presenza di una vaccinazione di massa a tutela della salute pubblica lo Stato interviene e si fa carico e indennizza qualora ci siano dei danni ai cittadini, e c'è una sentenza della Corte Costituzionale che afferma questo", ha spiegato il sottosegretario in merito all'obbligo vaccinale anti-Covid per gli over50 varato dal Cdm. "Quindi - ha detto - già oggi è così, se però ci sarà bisogno di un ulteriore chiarimento o provvedimento valuteremo nei prossimi giorni".
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