L'Italia fatica nella ricerca indipendente. A dirlo sono i medici internisti ospedalieri della Fadoi: "Burocrazia, carenza di risorse e di personale hanno abbattuto del 51% in 10 anni, dal 2009 al 2019, le sperimentazioni cliniche no profit" e ora il nostro Paese "rischia di raccogliere le briciole del piatto da mille miliardi di dollari che le major farmaceutiche investiranno da qui al 2025".
I numeri, per la Fadoi, parlano chiaro: "Se nel nostro Paese si conducono ogni anno 4,6 trial clinici ogni 10mila abitanti, in Germania sono 5,6, in Spagna e Francia 6, in Gran Bretagna 6,8, in Olanda 16,7, per non parlare del record danese fissato a 25,5". Un gap dove "a rimetterci sono soprattutto gli assistiti, perché dove si fa ricerca ci si cura anche meglio", commenta il presidente degli intervisti ospedalieri, Dario Manfellotto.
"Infatti - spiega Manfellotto - nei Paesi dove si fa sperimentazione clinica solitamente arrivano prima anche i farmaci innovativi e si diffonde più rapidamente la loro conoscenza tra i medici che possono poi utilizzarli al meglio".
La parte più penalizzata della ricerca, sottolinea Gualberto Gussoni, direttore scientifico di Fadoi, è proprio quella indipendente no profit, "che se nel 2018 si attestava al 27,3% del totale delle sperimentazioni condotte in Italia, l'anno successivo ha avuto una contrazione al 23,2%. Una ricerca nella quale tra l'altro il 90% degli investimenti che ne consentono lo svolgimento è sostenuto da privati".
Questa proporzione, per la Fadoi, deve suscitare qualche riflessione "tenuto conto che gli studi indipendenti rispondono a esigenze meno stringenti rispetto a quelle di mercato e possono portare a scoperte in ambiti che solitamente suscitano minore interesse negli investitori privati". (ANSA).
Ricerca: in Italia -51% trial clinici no profit in 10 anni
Da medici internisti un manifesto per rilancio ricerca biomedica