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Mancano 4.300 chirurghi in reparti,sale operatorie,emergenza

Carlini (Sic), per i tagli e la dilagante crisi di vocazione

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 13 OTT - In tutto il Paese mancano circa 4.300 medici chirurghi, "nei pronto soccorso, nei reparti e nelle sale operatorie". I piani di rientro economici degli ultimi anni "hanno determinato una progressiva riduzione delle risorse strutturali e umane" che si è sommata a una profonda "crisi di vocazione". Questo l'allarme lanciato nel corso del 124esimo Congresso Nazionale della Società italiana di Chirurgia (Sic), concluso ieri a Roma.
    "Rispetto alle risorse strutturali - spiega il professor Massimo Carlini, presidente della Società Italiana di Chirurgia - nel decennio 2010-2020 abbiamo assistito alla chiusura di circa 110 ospedali e di oltre 110 pronto soccorso, con una riduzione di 37mila posti letto. Nelle strutture ospedaliere sopravvissute ai tagli mancano 29mila unità lavorative: di queste, 4.300 sono chirurghi. Nel 2020 si è registrata una contrazione di 2 milioni e mezzo di ricoveri ordinari e di un milione e 700mila ricoveri di day surgery e day hospital.
    Parallelamente, sono diminuite anche le prestazioni diagnostiche e ambulatoriali. Tutto questo si traduce in un incremento della mortalità, che nel 2020 è stato pari all'85%".
    E' fondamentale, aggiunge Carlini, direttore del Dipartimento di Chirurgia dell'Ospedale S. Eugenio di Roma, "contrastare la dilagante crisi di vocazione: sempre meno giovani scelgono di fare il chirurgo, perché hanno di fronte un percorso lungo, costoso e faticoso, al termine del quale non accedono a una professione riconosciuta dalla società, adeguatamente remunerata e tutelata da un punto di vista giuridico-medico-legale".
    (ANSA).
   

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